Come promesso dal ministro dello Sviluppo, Paolo Romani [foto], è ripartito il tavolo congelato da due anni per il sostegno alla politica industriale sui farmaci. E il Governo rilancia sulla farmaceutica e punta sul valore «strategico» dell’industria nazionale e delle multinazionali con insediamenti in Italia. Da una parte il Governo (Sviluppo, Miur, Aifa, commissione per il federalismo), dall’altra le imprese di Farmindustria, Assogenerici e i sindacati del settore chimico, il tavolo tirerà le prime somme entro un mese. All’avvio sono state fissate le priorità da seguire. Con una considerazione di fondo: il riconoscimento della strategicità di un settore ad altissima densità di ricerca, 22 miliardi di fatturato, 56% di export e 70mila occupati. Due temi su tutti, che non vedono certo sulla stessa lunghezza d’onda Farmindustria e i genericisti, come spiega il Sole 24 Ore, sono in primo piano: la tutela brevettuale dei farmaci originatori e il maggior impulso richiesto invece per i generici da Assogenerici. Farmindustria, sostenuta dai sindacati, chiede una lista delle scadenze dei brevetti «certificata» che, salvi i diritti di opporsi in sede civile contro i "falsi", garantisca che i generici non entrino in commercio prima della scadenza del brevetto del farmaco originatore. Mentre per i genericisti va garantito l’aumento di volumi di vendita dei loro prodotti. E sui brevetti «certificati», vogliono in ogni caso vederne prima la formulazione. L’ipotesi che circola di agganciare i prezzi dei generici ai volumi di vendita, poi, viene respinta da Farmindustria che dice «no» a misure discriminanti rispetto al "prezzo puro" dei prodotti.
Farmacista33 – 19 maggio 2011