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Riflessioni sul tema se è meglio difendere il lavoro o il lavoratore

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Una certa timidezza di fondo ed una limitata competenza sindacale (non ho mai fatto parte di alcuna RSU) mi impediscono di lanciare per prima il sasso nello stagno, per cui anche questa volta colgo l’opportunità offertami dalle parole di Antonio per aggiungere qualche ulteriore riflessione.

Di Carlo Calenda ho condiviso più convintamente la sua ammissione che “l’errore non è stato togliere l’articolo 18, ma indebolire gli ammortizzatori sociali”. Diminuire, anziché rafforzare, il sostegno al reddito in una situazione che nessuna persona dotata di minima capacità intellettiva non poteva non prevedere sarebbe stata drammatica, era ed è da criminali.

Sul sindacato.
Leggendo l’articolo di un giornalista che paragonava gli attuali vertici di Confindustria con quelli di anni passati , mi è venuto spontaneo fare questo paragone anche per chi siede ai vertici dei massimi sindacati italiani.

Confindustria di ieri: Luciano Benetton, Cesare Romiti, Gianni Agnelli, Sergio Pininfarina, Marco Tronchetti Provera…

Confindustria di oggi: “rispettabilissimi impiegati di aziende che fatturano meno di un buon bar nel centro di Milano”, per dirla con le parole del giornalista.

Sindacalisti di ieri: Lama, Carniti, Pastore, Trentin …, quelli di oggi… li conosciamo.

Ecco, forse parte del problema del sindacato sta anche qui: nella mediocrità di individui ormai dimentichi del loro unico dovere, la difesa del lavoratore . Dimentichi anche del fatto che il loro stipendio è pagato da noi lavoratori , tra cui sono presenti anche gli Isf.

Mi è capitato di partecipare a Milano ad una tavola rotonda, organizzata dai tre sindacati del chimico/farmaceutico, che aveva per tema “Innovazione e sostenibilità del farmaco“. Sono state tre ore di puro sconcerto: nessun contrasto, nessuna divergenza di vedute tra industria e sindacato anzi, per dirla in termini molto semplici “se le suonavano e se  le cantavano tra di loro“ che era un piacere. A tal punto che Bianco si è pure permesso la battuta: Visto che abbiamo firmato il rinnovo del precedente contratto in 24 ore, magari
quest’anno ce la possiamo fare in mezza giornata (le parole esatte non sono queste, ma il significato assolutamente sì).

Erano presenti colleghi isf delle RSU di diverse aziende: da parte loro nessun commento.
Ma allora i problemi sono due: vertici sindacali attenti principalmente al proprio interesse (mai coincidente con quello del lavoratore) e delegati supini agli stessi.

Francesca Boni

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Redazione Fedaisf

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