Si attesta intorno all’85% (83,99) la percentuale di ricette dematerializzate in uso nel nostro Paese secondo i dati di Promofarma aggiornati a Novembre 2017. Una vera rivoluzione, risultato finale di un progetto avviato con l’approvazione dell’art. 50 della legge 326/2003 che ha introdotto la ricetta (cartacea) standardizzata, la tessera sanitaria (TS) e l’obbligo di invio dei dati di tutte le ricette da parte prima delle farmacie (2008) e poi dei medici (2011).
Sebbene con qualche ritrosia iniziale, sembra insomma che la ricetta elettronica on line stia prendendo piede in tutta la Penisola. Sempre secondo i dati di Promofarma, in un anno circa e precisamente da gennaio 2017 a novembre 2017, l’incremento è stato del 4,5% (a gennaio 2017 il totale delle ricette elettroniche era del 79,45%).
Differenze si registrano ovviamente tra le regioni della Penisola. Se in testa troviamo la Campania (93,83%), in coda la Provincia autonoma di Bolzano (64,62%). E già questa è una vera e propria novità. Al secondo posto, invece, il Molise (91,11%), poi la Provincia autonoma di Trento (90,99) e al quarto posto la Sicilia (90,50%). Segue il Veneto (90,22%), Valle d’Aosta (89,74%), Piemonte (89,45%), Basilicata (88,56%), Liguria (86,44%), Lazio (85,50), Calabria (84,85%), Umbria (84,18%), Emilia Romagna (82,54), Lombardia (81,76%), Marche (80,60%), Puglia (77,31%), Sardegna (75,26%), Abruzzo (75,06%), Friuli V. G. (73,99%), Toscana (69,81%).
Emblematico come nelle prime 10 posizioni della classifica, la metà delle regioni più virtuose siano del Centro sud. L’obiettivo, comunque, della ricetta dematerializzata è quello di rendere sincrone tutte le attività di prescrizione da parte del medico e di erogazione da parte della farmacia e, progressivamente, di eliminare i supporti cartacei, quando fossero definitivamente risolti e superati i problemi legati all’apposizione del fustello, tramite eventuale diversa certificazione dell’avvenuta dispensazione dei farmaci.
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