L’operazione "Lazzaro" delle Fiamme gialle. Sono 90 i medici che strappavano ricette false mentre 194 ricevevano indennità per pazienti deceduti che risultavano a loro carico, tra questi uno rimasto per 16 anni dopo il decesso. Nella lista degli assistiti c’erano anche persone nate nel 1873. Oltre ai 1.500 iscritti alla mutua della Regione Lazio, di altri 5.500 nella stessa situazione non si conosce ancora l’identità
Ricette mediche e prescrizioni post mortem. Circa 1500 persone morte da anni risultavano ancora iscritte alla ‘mutua’ della Regione Lazio e di altre 5.500 nella stessa situazione non si conosce ancora l’identità. In totale sono 194 i medici che hanno ricevuto indennità per pazienti deceduti ma risultanti a loro carico. Ora dovranno restituire le somme indebitamente percepite per circa 125mila euro. La truffa è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Frosinone a conclusione di indagini e verifiche nell’ambito dell’operazione ‘Lazzaro’ per la lotta agli sprechi nel settore della sanità.
Novanta in tutto i dottori che hanno prescritto farmaci dopo la morte dei pazienti, mentre sono 194 quelli che hanno ricevuto indennità per pazienti deceduti. Viveva a Fiuggi la persona rimasta in carico più a lungo dopo il decesso: ben sedici anni, dal 1994 al 2010. Nella lista degli assistiti c’erano anche (forse solo per un errore) persone che risultavano nate nel 1873. Per meglio spiegare il fenomeno gli uomini del comandante provinciale di Frosinone, il colonnello Giancostabile Salato, hanno riportato questo esempio: "La Signora Rosa viene assistita dal suo medico di fiducia, che riceve soldi dalla Regione per accudire la sua paziente. A Rosa, inoltre, vengono prescritte, ogni tanto, delle medicine che paga la mutua, per curare gli acciacchi dell’età. La signora, però, è morta da sedici anni". Persone che seppur defunte, quindi, ancora a spese della sanità pubblica a vantaggio dei medici.