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Report Gimbe. Trasferimento di valore dell’industria farmaceutica verso operatori e organizzazioni sanitarie

Il report è stato elaborato con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza pubblica sui trasferimenti di valore dell’industria verso operatori e organizzazioni sanitarie, di identificare gli elementi per migliorare il livello di trasparenza, favorendo la collaborazione tra industria farmaceutica, professionisti e organizzazioni sanitarie e pazienti, oltre che con politica e istituzioni alla luce della proposta di legge n. 491. A tal fine sono state realizzate specifiche attività per:

  • valutare su un campione di aziende farmaceutiche l’entità dei trasferimenti di valore effettuati nel 2017;
  • stimare l’entità totale dei trasferimenti di valore per l’anno 2017;
  • analizzare i trasferimenti di valore destinati a operatori sanitari, organizzazioni sanitarie, ricerca e sviluppo;
  • valutare, per gli operatori sanitari, la percentuale dei trasferimenti di valore pubblicati in forma aggregata;
  • identificare eventuali criticità che influenzano negativamente la trasparenza dei trasferimenti di valore e fornire a EFPIA, a Farmindustria e alle aziende farmaceutiche associate i relativi spunti di miglioramento.

Esulano dagli obiettivi del presente report l’elaborazione di classifiche relative alle somme percepite da singoli operatori sanitari e organizzazioni sanitarie individuali, al fine di evitare ogni forma di strumentalizzazione dei dati e alimentare la “cultura del sospetto” che danneggia le relazioni di fiducia tra i protagonisti del sistema salute.

Le aziende associate a Farmindustria risultano 180 nel report aggiornato al 19 gennaio 2019 34 e 174 nell’elenco dinamico 35 . Nell’impossibilità di effettuare una valutazione sistematica dei trasferimenti di valore di tutte le aziende, il campionamento è stato effettuato selezionando il numero minimo di aziende la somma dei cui fatturati rappresenta almeno il 50% del fatturato totale di settore nel 2017. Sono state pertanto incluse nell’analisi le prime 14 aziende che rappresentano il 51,5% del fatturato totale di settore (€ 10.997 su € 21.337 milioni)36. Ciascuna azienda selezionata è stata anonimizzata utilizzando una lettera univoca dell’alfabeto, previa generazione random di 14 lettere.

Nel 2017 le 14 aziende selezionate hanno trasferito un totale di € 288.089.448 (tabella 4). Il valore medio dei trasferimenti per azienda è € 20,58 (±7,9) milioni con range da € 8,1 a 41,9 milioni. La percentuale media dei trasferimenti di valore sul fatturato è del 2,9% (±1,0) con range da 0,8% a 4,3%.

Nel 2017 le 14 aziende hanno trasferito € 45.949.623 ad operatori sanitari, € 124.768.369 ad organizzazioni sanitarie e hanno destinato alla ricerca e sviluppo € 117.371.455. Considerato che il dibattito pubblico è quasi sempre focalizzato sui trasferimenti di valore a medici e altri professionisti sanitari, sia in termini di denaro ricevuto, sia rispetto alla loro facoltà di rimanere anonimi, è di particolare rilievo il dato che il trasferimento totale agli operatori sanitari non arriva al 16% (figura 2).

Categorie dei trasferimenti

Considerato che i totali di categoria relativi ai trasferimenti individuali agli operatori sanitari non sono disponibili, l’analisi è stata effettuata solo per i dati aggregati, dai quali emerge una ripartizione omogenea tra eventi (€ 8 milioni) e servizi e consulenze (€ 7,9 milioni).

Operatori sanitari

Ogni azienda eroga in media verso i medici 3,3 milioni di euro, con una variabilità da 0,4 a 6 milioni. Il Codice Efpia, recepito in Italia dal Codice deontologico di Farmindustria, prevede che se i medici non acconsentono alla pubblicazione degli importi ricevuti, i dati debbano essere riportati in forma aggregata. I trasferimenti pubblicati con questa modalità rappresentano ben 15,1 milioni di euro, più di un terzo del totale destinato agli operatori sanitari. Senza contare i dati aggregati, l’importo medio erogato per ciascun operatore sanitario è di 1.520 euro, con un range variabile da 727 a 2.638 euro.

Il dato complessivo sui trasferimenti a favore degli operatori è, secondo Gimbe, probabilmente sottostimato. I motivi sarebbero due: da un lato, dai trasferimenti per la ricerca e sviluppo, riportati come dato cumulativo, non consentono di estrapolare la parte destinata agli operatori sanitari. Dall’altro, per la difficoltà di stimare i trasferimenti indiretti.

Organizzazioni sanitarie

Le 14 aziende analizzate destinano complessivamente alle organizzazioni sanitare il 43,7% dei trasferimenti di valore (€ 124,8 milioni) con ampio margine di variabilità. Nella definizione rientrano società di servizi, che ricevono il 56,6% dei trasferimenti totali per questa categoria (70,6 milioni) e società scientifiche (14%, cioè 17,5 milioni). Ricevono tra il 6 e l’8% Università, strutture di ricovero ed enti di ricerca. Un residuo 8,5% va ad altre organizzazioni. Come vengono usati questi soldi? Circa 31,5 milioni sono giustificati come erogazioni liberali e donazioni, quasi 80 milioni riguardano il finanziamento di eventi e 12,5 milioni servizi e consulenze.
Il valore medio che ogni azienda trasferisce a ciascuna organizzazione sanitaria è di € 34.415 (±11.046) con un range variabile da € 21.117 a € 59.801.

Categorie dei trasferimenti

Del totale dei trasferimenti alle organizzazioni sanitarie, € 31,5 milioni sono destinati ad erogazioni liberali e donazioni, quasi € 80 milioni agli eventi e € 12,5 milioni a servizi e consulenze.

Ricerca e sviluppo

Oltre al dato cumulativo dei trasferimenti di valore delle 14 aziende incluse nel report (€ 117.371.455), su questa categoria di destinazione è impossibile effettuare qualsiasi analisi visto che il codice EFPIA richiede solo di riportare l’importo totale destinato alla ricerca e sviluppo. In altre parole, per questo trasferimento indistinto non si conosce alcun dettaglio, sia relativo ai destinatari (operatori e/o organizzazioni), sia sulla specifica destinazione d’uso (compensi, viaggio e alloggio e altre spese previste dal contratto).

Discussione

L’entità dei trasferimenti di valore nel 2017 per le 14 aziende analizzate è pari a € 288 milioni e quello totale per tutte le aziende associate a Farmindustria è stimabile intorno ai € 550 milioni. Seppur si tratti di cifre ragguardevoli, la loro entità va interpretata tenendo conto che il totale della spesa farmaceutica in Italia nel 2017 ammonta a quasi € 30 miliardi, di cui il 75% pubblica e il rimanente privata. In altre parole l’entità totale dei trasferimenti di valore è pari all’1,8% del totale del mercato farmaceutico nazionale.

Il report ha rilevato alcuni elementi “strutturali” che condizionano negativamente la trasparenza complessiva dei dati pubblicati dalle singole aziende: inadeguatezza dei formati dei file per l’importazione e l’analisi, frequente mancanza di dati facoltativi (6 casi su 14), impossibilità di identificare i trasferimenti indiretti in favore degli operatori sanitari.

Sono state inoltre rilevate differenti interpretazioni delle singole aziende, con relativa difformità nel reporting dei dati, su alcuni ambiti: inclusione, o meno, dei trasferimenti in favore delle associazioni di pazienti, modalità per riportare i trasferimenti alle società di servizi, significato ed utilizzo a volte in contrasto con la normativa sulla privacy del codice identificativo unico del destinatario.

Dall’analisi dei dati emerge che l’entità dei trasferimenti di valore in favore degli operatori sanitari (€ 43,3 milioni) è verosimilmente sottostimata per due motivazioni principali: innanzitutto, perché i trasferimenti relativi alla ricerca e sviluppo sono riportati come dato cumulativo e non permettono di conoscere l’entità destinata agli operatori sanitari; in secondo luogo perché non è possibile stimare il valore dei trasferimenti indiretti, in particolare quelli effettuate dalle società di servizi. Il potenziale impatto di questo aspetto è di grande rilevanza perché a tali società vengono trasferiti € 70,6 milioni, ovvero il 56,6% di quanto destinato alle organizzazioni sanitarie e quasi il 25% del totale dei trasferimenti. È infine rilevante sottolineare che le percentuali dei trasferimenti agli operatori sanitari riportati in forma aggregata (35,6% per il valore e 29,6% per il numero di operatori), risultano ancora ben lontane dall’essere una “circostanza del tutto eccezionale”, secondo quanto previsto dal codice deontologico di Farmindustria.

Il presente report presenta alcuni limiti. Innanzitutto, come per tutti gli studi campionari, la trasferibilità al totale delle aziende associate a Farmindustria dei dati relativi a 14 aziende. In secondo luogo, è verosimile una modesta sottostima dei trasferimenti totali sia per la mancata analisi degli ulteriori file disponibili sui siti web delle aziende, specialmente quelli relativi alle associazioni di pazienti, sia per il mancato data entry dei trasferimenti individuali a operatori sanitari effettuati dall’azienda G. Inoltre, non possono essere esclusi errori nell’uniformazione delle denominazioni delle organizzazioni sanitarie. Infine, l’assegnazione di ciascuna organizzazione sanitaria ad una singola categoria, secondo la classificazione riportata nel box 2, presenta un margine di discrezionalità, in particolare quando l’attività prevalente dell’organizzazione non è identificabile in maniera univoca.

Estratto da Report Osservatorio GIMBE 2019.02 (per consultare la versione integrale cliccare sul Report, ricevuto da “Fondazione Gimbe”)

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Redazione Fedaisf

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