Il popolo svizzero ha respinto con una larga maggioranza l’iniziativa che chiede di vietare qualsiasi esperimento su animali ed esseri umani. La proposta è stata bocciata in tutti i Cantoni.
Il popolo ha deciso: gli esperimenti sugli animali continueranno a essere consentiti in Svizzera. La proposta è stata bocciata dal 79,1% delle persone aventi diritto di voto e in tutti i Cantoni, stando ai risultati finali. Con il 68,5% di voti contrari, il Ticino è risultato il Cantone meno critico nei confronti del testo. Nei Grigioni i “no” sono stati il 77,9%. A livello nazionale, la partecipazione si è attestata al 43,6%.
Si tratta del respingimento più netto nella storia delle votazioni sulla sperimentazione animale. Simili iniziative erano già state bocciate in tre votazioni precedenti (nel 1985, nel 1992 e nel 1993) e sempre con una larga maggioranza (70%, 56% e 72%). Le svizzere e gli svizzeri non hanno nutrito alcun dubbio nemmeno questa volta.
I sondaggi avevano già ampiamente previsto il “no” popolare per il testo, lanciato da un gruppo di cittadini e cittadine di San Gallo e sostenuto solo da alcune organizzazioni animaliste e da medici alternativi.
L’iniziativa proponeva di vietare non solo gli esperimenti sugli animali ma, per analogia, anche quelli sugli esseri umani e l’importazione di prodotti ottenuti tramite tali esperimenti. Per questi motivi era considerata troppo estrema sia dal Governo che dal Parlamento. Nella votazione parlamentare, infatti, tutti partiti politici avevano respinto la proposta.
“La situazione degli animali è pessima, sia nella ricerca che nell’industria alimentare”
Il co-presidente del comitato promotore, Renato Werndli, è deluso dal chiaro “no” popolare. “È un peccato, la Svizzera avrebbe potuto essere il primo Paese a vietare la sperimentazione animale”, ha detto ai microfoni della radio romanda RTS.
Secondo Werndli, la situazione degli animali è pessima, sia nella ricerca che nell’industria alimentare. Il promotore dell’iniziativa ritiene che ci sia una “dissonanza” nella popolazione tra la consapevolezza delle ingiustizie fatte agli animali e il risultato del voto. “Abbiamo cercato di argomentare scientificamente, ma non ce l’hanno permesso”. Per Werndli, la gente cerca scuse per chiudere gli occhi.
L’iniziativa ha avuto il pregio di far pressione sul Consiglio federale, afferma Werndli. All’inizio del 2021 è infatti stato lanciato il Programma nazionale di ricerca “Advancing 3Rs – Animali, Ricerca e Società” (NRP 79) per ridurre il numero di esperimenti sugli animali. Werndli intende comunque continuare ad impegnarsi per il benessere degli animali e tornare alla carica sul tema tra qualche anno. “Ci incontriamo già domani per pianificare la prossima iniziativa”, ha detto. Questo è un mezzo unico per far passare “il nostro messaggio”.
Un’iniziativa troppo estrema
L’iniziativa era troppo estrema, secondo la consigliera nazionale Léonore Porchet (Verdi/VD), membro del comitato contrario. Il rifiuto massiccio da parte del popolo però non significa che la sperimentazione abbia ricevuto un assegno in bianco. La consigliera nazionale ritiene che si debba fare di più per limitare al massimo l’utilizzo di animali nella ricerca. “Il nostro partito ha già intrapreso un’azione in tal senso in Parlamento”, ha detto all’agenzia Keystone-ATS.
“Il popolo ha compreso quale potevano essere le conseguenze di un ‘sì’ all’iniziativa sul divieto della sperimentazione animale per la ricerca e la salute”, ha aggiunto la consigliera nazionale Simone de Montmollin (PLR/GE), anch’essa parte del comitato contrario al testo. La ginevrina ha sottolineato che la legislazione svizzera in questo settore è molto esigente e in evoluzione.
“Il risultato è più netto del previsto. Il popolo ha capito che un divieto metterebbe in pericolo la salute degli animali e degli uomini”, ha detto Andrea Gmür, membro del Consiglio degli Stati (Centro /LU). La pandemia di Covid-19 può aver contribuito al risultato: le persone si sono rese conto che se l’iniziativa fosse entrata in vigore non avrebbero avuto accesso ai vaccini, ha aggiunto il consigliere nazionale Martin Haab (UDC/ZH).
Il divieto avrebbe escluso la popolazione svizzera dal progresso medico, afferma l’associazione di categoria Scienceindustries. Gli esperimenti sugli esseri umani e sugli animali sono fondamentali per lo sviluppo di farmaci e vaccini. Se l’iniziativa fosse stata adottata, le aziende farmaceutiche avrebbero trasferito la loro ricerca all’estero, dove si applicano leggi meno severe sulla protezione degli animali, aggiungono i Verdi Liberali.