Pochi giorni fa (5 giugno 2014) abbiamo riportato un articolo dal significativo titolo “Perché il ruolo tradizionale dell’ISF diventerà presto obsoleto” a firma di Salvatore Ruggiero, pubblicato da DotNet.
L’articolo pone delle questioni, valuta dei problemi e trova delle soluzioni che sembrano seriamente documentate e preconizza l’imminente fine del ruolo dell’ISF, tradizionalmente inteso.
Dato che la forma può trarre in inganno e qualcuno potrebbe anche credere a quanto affermato, ci sembra utile riportare la nota di redazione a commento di quanto sostenuto dal Sig. Ruggiero, ed al suo evidente conflitto d’interesse.
Come facilmente si può desumere dall’attività svolta da Merqurio, il sig. Ruggiero ha proprio tutto l’interesse al declino dell’ISF.
Il declino dell’ISF indubbiamente è reale e concreto, ma non per i motivi sostenuti dal sig. Ruggiero. Per esplicite dichiarazioni dei top manager di Farmindustria (Si veda:Come cambia l’informazione scientifica.20.09.2006 ), la strategia delle aziende farmaceutiche è cambiata dal 2007 in poi. Le strategie aziendali hanno sostanzialmente abbandonato la cosiddetta primary care, considerata poco remunerativa con l’introduzione dei generici, per puntare su prodotti biotecnologici, oncologici, specialistici che permettono enormi valori aggiunti e pochi costi fissi (ISF).
Questa strategia porta ai licenziamenti di massa degli ISF per mancanza di farmaci su cui fare informazione scientifica. La tecnologia digitale centra poco.
Se c’è un nuovo farmaco, con digitale o meno, l’informazione scientifica può essere fatta solo e unicamente con l’ISF.
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