Il mercato della farmacia chiude il 2016 invariato, grazie a un finale dal netto segno più che recupera le perdite del primo semestre. E’ la fotografia che arriva dalle rilevazioni di QuintilesIms sul suo campione continuativo e certificato di 8mila farmacie, distribuite su tutto il territorio nazionale: il fatturato, dicono i dati si aggira a fine anno sui 25 miliardi di euro, poco più di 15 assicurati dall’etico e il resto dal comparto della libera vendita. I farmaci con obbligo di ricetta, in particolare, fanno numeri interessanti nell’ultimo trimestre (+1,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente, +1,9% a dicembre) ma non riescono a recuperare le perdite precedenti e chiudono il 2016 con un -1,1%.
Controbilancia di libera vendita (farmaci di autocure più segmento commerciale), che registra a fine anno un +0,8% a valori (sono stati esclusi i test per il glucosio, accantonati perché distorcerebbero il trend a causa di un aggiustamento tecnico nella rilevazione dei prezzi di vendita).
La performance del comparto della libera vendita si deve principalmente agli integratori, che chiudono il 2016 con un fatturato di 2,6 miliardi di euro, in crescita del 6,6% rispetto al 2015. In particolare, si distinguono per balzi superiori alla media nazionale (e a doppia cifra) i prodotti per l’apparato circolatorio, i preparati calmanti e i rimedi per tosse e raffreddore.
Non evidenziano la stessa dinamica i farmaci di autocura, che sull’anno restano in territorio negativo nonostante il picco di dicembre legato alla morbilità influenzale (+11%). Infine, malgrado la leggera contrazione dei consumi, tengono anche il mercato della cosmesi (+ 0,3%) e quello dell’igiene e della cura della persona (+ 0,1%).
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