Quella del farmacista, una professione tra mito e realtà
Redazione Fedaiisf
Grandi problematiche di inserimento. Le motivazioni sono tante e da ricercarsi In prima istanza dal punto di vista industriale, le aziende investono sempre meno nell’informazione scientifica e nella ricerca per nuovi farmaci da immettere sul mercato
Se fino a qualche decennio fa la laurea in farmacia garantiva un accesso veloce al mondo del lavoro, quest’oggi anche i giovani farmacisti condividono con i loro coetanei, dottori in altre discipline, difficoltà e ostacoli sempre più gravi ed evidenti. A testimoniarlo è un’indagine del Censis, dal titolo “I nuovi scenari professionali dei laureati in farmacia”, commissionata dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani e dalla Fondazione Cannavò e presentata a giugno scorso al Senato. Il report evidenzia che l’86,5% dei giovani farmacisti considera un vero problema la propria collocazione professionale. Un dato preoccupante, perchè addirittura doppio rispetto a quello rilevato nel 2006 in un’indagine simile e che mostra come la crisi economica e occupazionale stia incidendo anche sulla figura del farmacista. “Una professione che ha ben chiari gli effetti della crisi, ma che è pronta a evolvere e formarsi in vista di nuovi possibili sbocchi e a sfruttare al massimo le possibilità offerte dall’uso di Internet”, è quanto si apprende dalle dichiarazioni dei vertici della Federazione dei farmacisti italiani in occasione della presentazione del report Censis. E proprio per approfondire come sta evolvendo la figura del farmacista, ci siamo rivolti all’AGIFAR, associazione professionale giovanile che da più di 30 anni si rivolge a tutti i farmacisti under 40 iscritti all’ordine con l’obiettivo di stimolare l’aggregazione e lo scambio culturale tra colleghi. A Napoli l’Agifar è una delle realtà associative under 40 più attiva del settore per numero di iscritti e qualità delle iniziative che costantemente organizza a favore dei farmacisti giovani e meno giovani. A presiedere la sezione napoletana dell’Associazione è Lucio Marcello Falconio, classe 1980, con alle spalle, oltre la laurea, corsi di perfezionamento, specializzazione e dottorato, ciò a testimonianza di come i giovani farmacisti puntino sulla formazione e l’aggiornamento continuo delle competenze. Falconio, riconfermato alla guida di Agifar Napoli per il triennio 2015-2017, è affiancato da un direttivo di 16 componenti. Vi proponiamo di seguito l’intervista rilasciata a Youth Opinion dal Presidente Falconio e dai consiglieri Stefania Scialò, Gennaro Fusco, Marco Russo, Lele Savino, Francesco Zaccariello.
Presidente Falconio, lei è prima di tutto farmacista e quindi ci interessa sapere il suo punto di vista sui dati emersi dalla ricerca Censis?
Purtroppo i dati emersi dal report sono tristemente veri. Oggigiorno un ragazzo che dopo tanti sforzi sui testi universitari per qualificarsi si propone finalmente nel “mondo del lavoro farmacia” ha grandi problematiche di inserimento. Le motivazioni sono tante e da ricercarsi in diversi ambiti In prima istanza dal punto di vista industriale, le aziende investono sempre meno nell’informazione scientifica e nella ricerca per nuovi farmaci da immettere sul mercato. La ricerca di base universitaria vive purtroppo la situazione figlia dei pochissimi investimenti dei governi sul tema da decenni a questa parte. L’offerta delle farmacie invece si è ridotta tantissimo a causa della diminuzione degli utili medi delle singole attività e comunque in ogni caso l’offerta stessa è assolutamente inadeguata rispetto alla domanda che negli ultimi decenni è cresciuta tantissimo in maniera spropositata.
In qualità di Presidente AGIFAR Napoli ci illustra le più recenti attività portate avanti dall’associazione?
Negli ultimi due mandati, i direttivi che si sono susseguiti hanno rivolto parte dei propri sforzi alla collaborazione con i colleghi di altre province italiane e con altre rappresentanze giovanili professionali, consapevoli che il mondo è cambiato del tutto e quindi è impensabile parlare di politiche giovanili facendo distinzioni di categoria. In tutti e due i casi infatti sono stati avviati progetti comuni, tra i quali la Commissione Giovanile Regionale e della Città Metropolitana e l’ormai più che collaudato Tavolo Giovani eleMenti. Abbiamo inoltre aderito al progetto dell’Agifar di Milano, “Agifar point” e a tutte le iniziative poste in essere dalla Federazione Nazionale, nel quale Direttivo siedo in qualità di Consigliere, rappresentando peraltro le istanze napoletane. Tra i nostri iscritti abbiamo tutte le figure professionali coinvolte nel “mondo farmacia” ben rappresentate: dal farmacista collaboratore, al farmacista titolare di parafarmacia, passando per ricercatori, informatori, titolari di farmacie, formatori, ecc. Il nostro consiglio è composto cercando proprio di dare voce a quasi tutte questi aspetti della professione.
Dottoressa Scialò, a lei, esperta di legislazione farmaceutica, chiediamo che impatto avranno le nuove norme di buona distribuzione?
Le nuove norme di buona distribuzione (NBD) imporranno requisiti qualitativi ancora più stringenti: dalla necessità di un sistema di qualità ben strutturato, alla formalizzazione delle attività in outsourcing; dall’analisi del rischio alla precisa modalità di gestione di resi e reclami quale lotta alla contraffazione. Requisiti così stringenti dimostrano l’importanza della corretta gestione della supplychain, la sua complessità e l’alto numero di stakeholder coinvolti.
Dottor Fusco, da addetto ai lavori, per di più appartenente ad una fascia d’età che nell’87% dei casi dichiara di aver fatto uso di cannabis almeno una volta, cosa pensa della liberalizzazione?
Sono sempre più i pazienti, in particolare quelli oncologici e affetti da sla, che si curano oggi con la Cannabis. Preparazioni galeniche a base di cannabis vengono allestite in un numero crescente di farmacie su tutto il territorio nazionale. Le continue scoperte sugli effetti benefici della cannabis in molteplici patologie ha riportato alla ribalta ľ annosa questione della liberalizzazione della cannabis anche per scopo meramente voluttuario. Ritengo che sulla cannabis esista una dicotomia troppo marcata tra favorevoli, che vedono nella pianta la panacea di tutti i mali, e contrari, che la demonizzano enfatizzandone solo gli effetti dannosi che comunque dà. Bisognerebbe, senza pregiudizi di sorta, esaminare i pro e contro, capendo che legalizzando ľuso voluttuario della cannabis si darebbe un duro colpo a chi sul suo commercio illegale lucra, ma riconoscendo anche che stiamo dando un ulteriore mezzo, ai giovani in particolare, per rovinarsi la salute: perché se fumare un pacchetto di sigarette al giorno dà danni alla salute a lungo termine, fumarne uno di “canne” potrebbe darne nell’immediato.
Dottor Zaccariello, dal punto di vista di un esperto conoscitore di web marketing strategy, in che modo il web sta cambiando la pharmaceutical care nell’era del 2.0?
Ormai sono più di dieci anni che internet è diventato accessibile a tutti e sta praticamente cambiando le abitudini delle persone. Il facile accesso alla rete, anche grazie ai dispositivi mobili, consente di parlare gratuitamente con un parente dall’altra parte del mondo, acquistare un biglietto aereo o, grazie ai colossi Amazon o Ebay, consente di reperire qualsiasi oggetto in pochi minuti. Anche in abito sanitario la rete sta apportando molti cambiamenti, basti pensare alla telemedicina o alla recente introduzione della ricetta de materializzata. Peraltro la maggiore informazione online, accresce la richiesta di risposte sul tema salute attraverso il web. Un recente studio americano attesta, infatti, che il medico più consultato dalla donne in gravidanza è proprio “dottor Google”. Proprio in questo scenario nasce l’esigenza da parte degli utenti di riuscire a reperire online anche prodotti di salute e benessere, ed in questo modo sono nate le prime Farmacie Online. Vedremo se nei prossimi anni questo fenomeno riuscirà a svilupparsi anche in Italia.
Dottor Savino, ci spiega come secondo lei un giovane farmacista, professionista della salute, può reagire ai continui cambi di scenario nel settore farmaceutico?
Credo non esista ambito professionale che sia stato oggetto di continui interventi legislativi come quello nostro. Se si considerano gli ultimi 10 anni almeno 4 o 5 volte il legislatore ha voluto rivedere qualcosa nel mondo farmaceutico. Spesso questi provvedimenti si sono susseguiti senza neanche un apparente disegno tecnico ma soprattutto senza che se ne potessero percepire i tanto paventati benefici. In più la crisi finanziaria ha colpito tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione. Davanti a noi abbiamo un’unica strada da poter percorrere per affrontare il presente e il futuro: essere sempre più specializzati e creare dei micro settori di competenza in ambito salute, che ci rendano unici riferimenti professionali dotati di specifiche competenze, come ad esempio nell’utilizzo degli integratori, tanto nell’alimentazione tanto nello sport. Da non sottovalutare ormai la necessità dell’esistenza nell’azienda farmacia di un collega esperto in gestione economica e del personale che affianchi la proprietà nelle scelte pratiche.
Dottor Russo, in qualità di direttore di farmacia e vincitore di concorso straordinario, illustra ai nostri lettori la situazione dei concorsi straordinari e delle assegnazione delle sedi farmaceutiche, ritenuti da tanti giovani farmacisti una falsa opportunità?
La situazione è abbastanza complessa. I concorsi nascono anni fa sotto la direzione del governo Monti per facilitare l’apertura di nuove farmacie e per tentare di garantire a tanti giovani farmacisti un ingresso nel mondo del lavoro. Infatti il concorso fu organizzato sulla base della valutazione dei soli titoli dei concorrenti e con la particolarità di associarsi per sommare le proprie referenze ed avere un punteggio più alto. Le premesse erano buone, ma poi come al solito è calato il buio. Solo la Lombardia ha assegnato le sedi. Tante regioni sono ancora in fase iniziale. Qualche regione non è proprio partita. Insomma il concorso straordinario sembra essersi trasformato, al momento, da possibile opportunità per i giovani ad ennesima delusione.