ROMA – Ci sono segreti nei patrimoni genetici dei piccoli mondi delle comunità più isolate d’Italia che, se svelati, possono rivelare la strada per combattere alcune delle malattie più comuni, ma allo stesso tempo più difficili da debellare. È per questo motivo che in questi anni è in atto una ricerca senza precedenti per decifrare i loro Dna. La conoscenza delle caratteristiche genetiche infatti, potrebbe portare a vere e proprie rivoluzioni farmacologiche e a conferma di ciò i primi risultati stanno già arrivando. L’ultimo esempio giunge dallo studio del Dna degli abitanti del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, che ha permesso di scoprire alcuni geni responsabili dell’ipertensione. Le comunità verso cui si punta tale ricerca, sono chiamate "isolati genetici" e hanno come caratteristica quella di vivere da lungo tempo in alcune valli alpine o in alcuni entroterra totalmente isolate da altre comunità.
Ve ne sono in Sardegna, in alcune zone del Cilento, in Puglia, in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia.
Tali gruppi di popolazione sono stati originati da poche coppie fondatrici e sono vissuti per secoli in isolamento, tale da possedere un’ottima omogeneità genetica. In popolazioni con tali caratteristiche è molto più semplice, rispetto a popolazioni più complesse (dove varie caratteristiche genetiche si sono sovrapposte) identificare i geni delle malattie più comuni, come, ad esempio, la schizofrenia, la sclerosi multipla, il diabete o l’ipertensione.
Spiega Giuseppe Novelli, Professore di Genetica Medica presso l’Università di Roma Tor Vergata: «In alcune zone della Sardegna sono frequenti alcuni disturbi renali, della pelle ed è presente il diabete di Tipo I, di cui non si conoscono le cause. È per questo che sono in atto ricerche nell’area dell’Ogliastra, un isolato genetico modello, particolarmente nelle zone di Perdasdefogu e Talana (Nuoro)». Proprio questi studi hanno portato all’individuazione del gene della calvizie e alla messa a punto di uno specifico test genetico che ora si sta cercando di commercializzare. «A Linosa, invece – continua lo scienziato – c’è un’alta frequenza di diabete di Tipo II, causato da problemi di tipo genetico, da alimentazione e stile di vita ed è strano, dato che in questo paesino non c’è un grande consumo di carne, ma anzi ci sono molti pescatori». Al momento sono già stati terminati gli studi epidemiologici e si attende il via per quelli genetici.
I risultati delle ricerche non tardano ad arrivare, quando c’è un forte impegno. In una delle ricerche del genere realizzata a Limone del Garda (Brescia), già una trentina di anni fa, il farmacologo Cesare Sirtori scoprì nel sangue di alcuni abitanti la proteina "A1 Milano", considerata un vero spazzino del colesterolo per le arterie che potrebbe avere ricadute di grande rilevanza, tant’è che è proprio ora in fase di sperimentazione su migliaia di pazienti. Lo studio degli isolati genetici può avere anche un’importanza puramente scientifica. È noto ad esempio, lo studio di alcuni genetisti di Pavia che ha ricostruito il percorso degli Etruschi giunti in Toscana dall’Anatolia o la ricerca sui Walzer per capire il percorso che hanno seguito dalla Germania all’Italia settentrionale.
LE PATOLOGIE Disturbi renali, sclerosi multipla, schizofrenia, problemi di pelle, ipertenzione: sono alcune delle patologie più frequentemente studiate negli "isolati genetici" I RISULTATI Questi studi spesso portano all’individuazione di geni anche per puro caso: così come è accaduto con l’individuazione del gene della calvizie in Sardegna. Ora è allo studio un test da commercializzare LA PRIVACY Queste ricerche non possono inficiare la privacy di col
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