Cari colleghi in questi giorni è apparso sul sito Quotidianosanità.it una intervista al dottor Massimo Scacabarozzi dal titolo “Pronti a negoziare con Governo e Regioni per una manovra diversa” .
E’ sempre interessante leggere queste interviste “istituzionali” per cercare di comprendere i punti di vista dei vari attori del settore farmaceutico. Tutti purtroppo soffrono di un identico leitmotiv, che è sempre più palese (il cosi detto lamento libero).
Indubbiamente le scuole di marketing e di comunicazione frequentate dal management farmaceutico danno i loro migliori frutti. Non mi piace far pensare di voler fare polemica costi quel che costi, ma certe avventurose dichiarazioni sono un tirare per la giacca anche per il più tranquillo dei lettori.
Veniamo al dunque:
“ Sembra quasi che nei nostri confronti ci sia qualcosa di ideologico. Produciamo scienza e salute, facciamo profitto e di questo non ce ne siamo mai vergognati purché sia un profitto equo che sia reinvestito per produrre innovazione e ricerca”
L’inizio di questo paragrafo può sembrare finalmente un’apertura degli occhi sul vissuto che in questi anni l’industria farmaceutica è riuscita a costruirsi addosso, ma ecco che subito dopo si vuol fare intendere che il profitto dell’industria farmaceutico sia sempre equo. (Secondo quali parametri un profitto si può definire equo? Chi li fissa? Le aziende o lo Stato?)
“Con le regioni si deve fare un discorso aperto e trasparente per lavorare insieme sulla sostenibilità. Non si può pensare che le inefficienze siano sempre pagate dall’industria. Vorremmo più trasparenza sui conti perché la parte farmaceutica rappresenta solo il 17% della spesa sanitaria globale”.
E’ strano sentir parlare di sostenibilità e di trovare il modo comune per lavorare insieme per raggiungerla e poi sistematicamente scaricare sull’altra parte tutte le responsabilità di quanto di male accade. Si parla di trasparenza, quando questa è sconosciuta nel mondo farmaceutico. In pochi sanno quello che veramente accade, la maggior parte pensa di sapere, ma in realtà sa solo quello che si vuole far sapere.
Dire che la parte farmaceutica sia solo il 17 % del totale dimenticando volutamente di indicarne il costo totale è una boutade. Infatti in Italia la spesa sanitaria pubblica ammonta a oltre 110 miliardi di euro (pari al 7,3 % del Pil) e quindi per la povera industria farmaceutica ci sono a disposizione solo 18,7 miliardi di euro annui (una vera bazzecola).
“Posso dire che in questo momento ho trovato ne