Il rebus spesa farmaceutica in Puglia: salvati i manager delle Asl
La Gazzetta del Mezzogiorno – 14 agosto 2024 – di Massimiliano Scagliarini
I direttori generali delle Asl dovranno giustificare lo sforamento del tetto della spesa farmaceutica che in base alla legge 7/2022 comporta la decadenza dall’incarico. Ma – ha stabilito la Regione – non c’è alcun automatismo: per evitare una violazione alle norme nazionali che regolano l’iscrizione all’albo degli idonei è infatti necessaria prima una procedura in contraddittorio con i «rei». E questo comporta, con ogni probabilità, che alla fine non ci sarà alcuna decadenza.
Oggi gli uffici dovrebbero notificare a tutti i direttori la relazione predisposta dal dirigente Paolo Stella, che – sulla base dei dati Aifa – ha «nettizzato» i tetti per tenere conto degli effetti del payback (lo sconto che le case farmaceutiche restituiscono a fine anno). I sei inadempienti hanno tempo fino al 2 settembre per spiegare alla Regione perché non è stato possibile mantenere la spesa entro il tetto. Il dipartimento Salute farà un’istruttoria per valutare il merito delle giustificazioni, dopodiché la decisione ultima spetterà al governatore Michele Emiliano: è lui ad aver firmato i contratti. Si arriverà, come minimo, alla fine di settembre, ma più probabilmente a ottobre. E la gran parte dei contratti triennali dei direttori scadono tra gennaio e marzo 2025.
A parte la spesa convenzionata, su cui tuttavia la Puglia nel suo complesso è risultata per la prima volta in ordine (ha speso 4,1 milioni in meno rispetto al tetto di 586 milioni), sugli acquisti diretti c’è un dato pratico che non si può superare. Lo ha illustrato alcuni giorni fa il direttore scientifico dell’Aifa, Luigi Russo, con un ragionamento che sembra fatto apposta per togliere le castagne dal fuoco alla Puglia (Montanaro siede nel cda di Aifa). «Lo sforamento di spesa per i medicinali acquistati direttamente dalle Asl, in larga parte ad uso ospedaliero – ha spiegato Russo – è difficilmente attribuibile ad un loro uso inappropriato, essendo dovuto a medicinali innovativi per malattie rare, oncologiche, autoimmuni, cardiovascolari o per gli antidiabetici di ultima generazione. Farmaci in molti casi salvavita e in larga parte sottoposti a strumenti di controllo sul loro uso appropriato».
Nota: La decadenza non solo scioglie il contratto dei D.G. con la Regione, ma implica anche l’uscita dall’albo nazionale. Sicché la Puglia, in caso di decadenza, dovrebbe trovare altri manager e rinunciare a quelli oggi in carica che hanno tuttavia un consolidato rapporto di fiducia con la giunta. Tuttavia la norma parla chiaro e la posizione di Azione (che volle la legge e preme perché si applichi) è perentoria: al punto che nei giorni scorsi il consigliere Fabiano Amati ha scritto a tutti i dg inadempienti e li ha diffidati a non adottare delibere ulteriori, perché tutte a rischio di annullamento, visto che i conti della spesa farmaceutica non lasciavano spazio a dubbi da diverso tempo.
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