Una sforbiciata di due miliardi solo quest’anno cui si aggiungeranno i 2 miliardi di ticket da recuperare il prossimo anno. Il fondo della sanità si riduce sempre di più e le ultime manovre finanziarie – non sappiamo quelle in itinere per compensare il rinvio dell’Imu e l’eliminazione dell’aumento di un punto di Iva – hanno messo in pericolo l’impianto della salute.
Sul fronte della spesa farmaceutica, va detto che quella cosiddetta convenzionata territoriale (la rete della farmacie) è vincolata a un «tetto» stabilito in base a una percentuale del fondo sanitario nazionale. Fino a due anni fa, tale limite era fissato al 13,6%, poi sceso al 13,3 e los corso anno al 13,1.
Da quest’anno – con la spending review – è passato all’11,35 % . Per intenderci, rispetto allo scorso anno, è prevista a livello nazionale una riduzione di circa 2 miliardi di euro (1,83 miliardi) della spesa che non dovrà superare i 12 miliardi di euro (contro i 14 del 2012).
Per quanto riguarda la Puglia, i numeri evidenziano come fino a tre anni fa spendevamo oltre 1 miliardo di euro, cifra ridotta grazie ad azioni di contenimento dettate da norme nazionali e interventi locali. Non è da escludere che in Puglia – dove il tetto è fermo al 15 %) – per recuperare i 4 punti di differenza dal parametro nazionale, cioè 280 milioni, si dovrà fare ricorso al sistema del «budget» per ciascun medico. Come accade in alcune regioni del nord, ogni medico di famiglia o pediatra non potrà superare un determinato tetto di spesa.
Procedura che dovrà essere condivisa, tenendo conto delle esigenze della popolazione, puntando soprattutto a un dirottamento delle risorse per il potenziamento della rete territoriale.
Tali strategie devono comunque fare i conti con le contromisure delle aziende farmeceutiche: qualche anno fa, per conte