«Lo smart working non è assolutamente l’essenza della nostra professione che è invece basata sul contatto diretto per uno scambio di informazioni istantaneo con tutto il personale sanitario interessato» sottolinea il dottor Baruchello «siamo e ci poniamo come dei consulenti per i medici e il rapporto umano e di fiducia è l’aspetto fondamentale per lo sviluppo e la crescita della nostra professione e l’ottimizzazione del lavoro che facciamo».
Gli informatori scientifici vorrebbero poter procedere a una nuova organizzazione del lavoro, attraverso appuntamenti programmati, seguendo i rigidi protocolli contro il Covid-19. L’Aiisf domanda di poter riprendere l’attività di informazione scientifica del farmaco, al fine di scongiurare gravi ripercussioni di carattere occupazionale»