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Protesta Medici. Sit In il 17 ottobre, sciopero il 9 novembre

Con una comunicazione inviata alle istituzioni competenti dai sindacati è stata proclamata per il 9 novembre la prima data dell’annunciato sciopero dei camici bianchi. L’astensione dal servizio durerà 24 ore ma, come previsto per legge, “sarà garantita la continuità delle prestazioni indispensabili”.

A promuovere la mobilitazione, le organizzazioni sindacali di categoria che saranno in piazza anche il 17 ottobre in un sit davanti a Montecitorio, tra cui l’Anaao e la Fp Cgil. Una seconda giornata di sciopero dovrebbe tenersi anche il 23 novembre, come riporta il sito della Commissione di Garanzia sugli Scioperi. In questo caso a incrociare le braccia saranno solo i medici del sindacato degli anestesisti e rianimatori, Aaeroi-Emac.


Medici, il 9 novembre è sciopero

12 ottobre 2018 – rassegna.it

Stop nazionale a sostegno della vertenza aperta con regioni e governo. I sindacati chiedono il finanziamento adeguato del Fondo sanitario nazionale, assunzioni e il contratto subito

Finanziamento adeguato del Fondo sanitario nazionale, assunzioni e contratto subito. È quanto chiedono i medici e i dirigenti sanitari iscirtti ai sindacati Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm Federazione Veterinari e Medici, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, e Uil Fpl Coordinamento nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria. Per questo il 9 novembre i lavoratori si asterranno dal lavoro, mentre il 23 novembre si fermeranno gli anestesisti dell’Aaroi-Emac.

I sindacati hanno infatti proclamato uno sciopero nazionale a sostegno della vertenza aperta con regioni e governo, dopo l’interruzione del confronto tecnico al tavolo contrattuale. Alla base delle rivendicazioni dei medici c’è soprattutto il finanziamento del Fondo sanitario nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i nuovi Lea ai cittadini e per onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni. “È spregevole – scrivono – mettere in competizione, su risorse insufficienti, il diritto alla cura dei cittadini e quello a un dignitoso contratto di lavoro per i professionisti che quelle cure devono erogare”.

Tra le richieste ci sono poi gli aumenti contrattuali previsti per il restante pubblico impiego, “risolvendo in via definitiva l’annosa questione del riconoscimento dell’indennità di esclusività di rapporto nella loro massa salariale”.

Ma i medici chiedono anche il “superamento, alla firma del contratto, del congelamento al 2016 del trattamento accessorio posto dalla legge Madia, restituendo la retribuzione individuale di anzianità dei dirigenti pensionati”, “patrimonio contrattuale irrinunciabile delle categorie, ai fondi aziendali per assicurare le risorse necessarie per carriere e disagio”.

Infine, tra le richieste c’è anche la cancellazione del blocco della spesa per il personale della sanità, fissato al dato 2004 ridotto dell’1,4%, “per facilitare il turnover del personale aprendo una grande stagione di assunzioni nel Ssn in grado di far fronte nei prossimi cinque anni al pensionamento del 40% dei medici, veterinari e dirigenti sanitari attualmente operanti come dipendenti”, completando così “i percorsi di stabilizzazione dei precari della dirigenza, avviati con la legge Madia, ma ancora disattesi in molte Regioni”. Oltre che la previsione nella legge di bilancio “del finanziamento di quota parte del contratto 2019-2021, o perlomeno dell’indennità di vacanza contrattuale, anche per sfuggire al sospetto di un nuovo blocco contrattuale”.

Notizie correlate: Comunicato stampa intersindacale

Redazione Fedaisf

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