Protesta farmacisti si allarga a tutta la Campania

 

Protesta farmacisti si allarga a tutta la Campania
Di Marco Malagutti

Tra quindici giorni scatta l’assistenza indiretta in tutta la Campania. A deciderlo l’assemblea regionale di Fedefarma dopo che l’incontro con lo staff del presidente della Regione Stefano Caldoro non ha sortito risultati. «Riunione interlocutoria» ha dichiarato il presidente provinciale di Federfarma Michele Di Iorio, «abbiamo proposto un programma si pagamenti dilazionati fino al dicembre 2012». La Regione si è impegnata a valutare il piano dei farmacisti e darà una risposta entro una settimana. Intanto lo sciopero va avanti e coinvolgerà anche le province di Salerno, Caserta, Avellino e Benevento, rendendo vana l’alternativa scelta da molti acquirenti che in questi giorni, pur di non pagare i farmaci, sono andati a comprarli ricette alla mano, nei punti vendita delle altre provincie, con centinaia di richieste soprattutto nelle farmacie del Salernitano e del Casertano. L’unica alternativa a quel punto, a parte isolati casi di farmacie che hanno ceduto ai clienti, vendendo le medicine senza incassare, rimarranno le farmacie comunali. In questi esercizi si continua ad assicurare il servizio senza chiedere ai clienti di anticipare i costi delle terapie. Anzi si lavora a ritmi serrati.

                                                                           

Stefano Caldoro, presidente regione Campania

  Pd Campania, su sciopero più risolutezza da Caldoro
«Lo sciopero dei farmacisti campani riconferma la questione della sostenibilità finanziaria del sistema sanitario campano. Il riordino e la razionalizzazione sono indispensabili, ma non risolvono la principale questione di crisi del sistema che è rappresentata dal sottofinanziamento». Così Giuseppe Russo, capogruppo Pd nel Consiglio regionale campano, ed Enzo Amendola, segretario regionale dei democratici, in una nota intervengono sulla protesta indetta dai farmacisti napoletani contro i ritardi dei pagamenti da parte delle Asl. «Non si possono fare nozze con i fichi secchi – scrivono i due esponenti del Pd – anche perché qualsiasi sforzo potrebbe essere vanificato se questo dato dovesse perdurare. Il presidente Stefano Caldoro nei prossimi giorni incontrerà il Governo nazionale. Lo invitiamo a battersi con più risolutezza di quanto finora abbia fatto, perché la Campania non debba patire il contraccolpo di un Opa ostile e, alla luce dei fatti, ingiusta, ispirata da un insieme di consorterie a sfondo leghista», aggiungono. «Nel frattempo, il Pd e il gruppo regionale chiedono alla giunta di porre in essere tutti gli strumenti per arrestare uno sciopero che intacca fortemente, e in particolare per chi ne ha più bisogno, il principio costituzionale di tutela e salvaguardia della salute», concludono Russo e Amendola.

 9 settembre 2010 – Anno 6, Numero 150

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