La categoria dei lavoratori, ogni giorno a stretto contatto con medici di base e ospedalieri, esclusa dalla vaccinazione. Alto rischio contagio.
Redazione canale 10 – 24 febbraio 2021
Gli informatori del farmaco, i lavoratori che ogni giorno portano ai medici in ospedale e negli ambulatori le novità prodotte dalle case farmaceutiche, spiegandone il funzionamento, sono esposti al covid in misura non inferiore agli operatori sanitari.
Eppure la loro categoria non rientra in quelle a cui è destinato il vaccino in via prioritaria, con conseguenti rischi di contagio quotidiano.
Alcune regioni – la Campania, la Lombardia, la Sicilia, la Calabria, il Piemonte, la Basilicata, la Puglia, il Friuli Venezia Giulia – li hanno inseriti tra le categorie prioritarie, e li hanno vaccinati insieme a medici e infermieri. Le altre no: si procede dunque a macchia di leopardo, con evidenti disagi per gli informatori che lavorano nei territori esclusi.
“La copertura vaccinale per gli informatori scientifici del farmaco è una necessità per proteggere la salute di tutti, e un atto dovuto per contenere i contagi nelle comunità ospedaliere“, sottolineano i lavoratori ISF del Lazio in una nota.
“Inevitabile, se non si procederà alla vaccinazione, una ripercussione sull’aumento dei contagi, ma anche una vera e propria emergenza lavorativa in conseguenza di una possibile riduzione o sospensione del lavoro in
“Come può funzionare un piano vaccini così frammentato? I governatori delle singole regioni non possono mettere in atto procedure e priorità così diverse le une dalle altre”, è il commento degli Informatori del Farmaco del Lazio.
Il ruolo dell’informatore scientifico è normato dalla legge: necessaria la laurea in farmacia, biologia, chimica, medicina o equipollenti, e l’obbligo per le industrie farmaceutiche di comunicare all’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ogni inizio anno l’elenco dei lavoratori impiegati nell’anno precedente, con la tipologia di contratto.
Il compito degli Informatori è aggiornare periodicamente i medici di base e gli ospedalieri, diffondendo dati e studi scientifici e guidandoli nella appropriata prescrizione dei farmaci. Da qui la necessità, già avviata nella XVIII legislatura con Atto Camera 2077 di disciplinare la categoria: “Disposizioni per il riconoscimento della professione sanitaria di informatore scientifico del farmaco e per l’istituzione del relativo albo professionale”.