Proprio non ce la fanno…

Lettera aperta a Femca CISL del Presidente Fedaiisf

 

Alcune persone proprio non riescono a seguire i dettami del ruolo che ricoprono. Motivo per cui, prima o poi arriva, nella vita di tutti, un momento in cui è necessario intervenire in maniera decisa per rimettere a posto le cose, per far chiarezza e, quando necessario, prendere le distanze da certe persone. La misura è colma, non è più il momento di essere diplomatici e/o accondiscendenti.

Questo preambolo per far capire a chi legge che non sarò gentile

Il 12 gennaio 2021, la Femca CISL ha inviato una lettera al Ministro della Salute, On.le Roberto Speranza, al Ministro dello Sviluppo Economico, Sen. Stefano Patuanelli  e alla Conferenza Stato Regioni.

In tale lettera si chiede l’estensione della vaccinazione anti SARS-COV-2 a tutti i lavoratori del comparto Chimico/Farmaceutico con accesso agli Ospedali.

Detta così sembra non ci sia nulla da dire, anzi, come iniziativa sembrerebbe molto lodevole perché sembra preoccuparsi di alcune categorie di lavoratori che, pur correndo un elevato rischio di contagio, non sono stati considerati dal piano vaccinale nazionale. Infatti sembra riferirsi agli Informatori Scientifici del Farmaco.

Il condizionale è d’obbligo perché nel leggere il testo di questa lettera, al quarto capoverso della prima pagina, si legge testualmente: “…segnaliamo che l’unico elenco ufficiale, completo e aggiornato degli ISF in attività in ogni singola Regione è quello fornito annualmente dalle aziende farmaceutiche ad AIFA, ignorando ogni altro tentativo di accreditamento”.

Questo periodo racchiude in se e dimostra tutta l’ignoranza e l’incapacità di chi dirige la Femca CISL. Tale ignoranza traspare già dall’elenco dei destinatari in cui il Ministro della Salute viene indicato come Onorevole, il Ministro dello Sviluppo Economico, invece, come ingegnere, come a dire che per loro, questo Ministro, non è altrettanto Onorevole.

Per chi ha scritto la lettera, gli informatori scientifici del farmaco sono solo quelli inseriti nel CCNL e quelli che, pur assunti con contratti a provvigioni, lavorano per aziende del farmaco e per i quali le stesse aziende sono obbligate a comunicare le liste, distinte per regione, ad AIFA. Non tengono assolutamente in considerazione tutti gli altri, i tantissimi informatori con contratti a partita IVA, i quali rappresentano, probabilmente, almeno il 60% del totale e che lavorano per aziende di integratori,  parafarmaci e dei dispositivi medici. Per tali aziende non esiste nessun obbligo di questo genere. Inoltre, anche tra quelle del farmaco non c’è nessuna certezza che lo facciano tutte. Questo significa che, seguendo la logica della Femca CISL, questi informatori non avrebbero il diritto di proteggersi per espletare il loro lavoro. Anzi, non avrebbero nemmeno la dignità di esercitare il loro diritto costituzionale al lavoro.

La prova, infatti, è nel prosieguo della lettera, quando dicono che devono essere vaccinati   i lavoratori del comparto farmaceutico facendo riferimento “ai tanti profili professionali afferenti al CCNL Chimico/Farmaceutico…”, facendone anche l’elenco. Elenco fra l’altro che comprende anche figure professionali che non sono informatori e di cui ovviamente le aziende non hanno comunicato ad AIFA alcunché, quindi, come dice Femca, non possono essere accreditati. Evidentemente esplicitano la volontà che solo chi fa parte del CCNL, quindi chi potenzialmente può sottoscrivere una iscrizione con loro, è meritevole di tutela sindacale. Per loro tutti gli altri possono tranquillamente scomparire. Tradiscono in questo modo il mandato basilare di un sindacato che è quello di tutelare i diritti di tutti i lavoratori, non solo quelli iscritti o potenzialmente iscrivibili. Eppure questi informatori svolgono lo stesso lavoro, nelle stesse modalità e tempi di quelli “afferenti” al CCNL. Fanno spesso parte delle false partite iva tollerate da queste organizzazioni sindacali cieche, mute e sorde di fronte ai diritti violati di questi lavoratori che rimangono di serie B anche di fronte al COVID-19.

Un’altra cosa che appare molto evidente, e francamente molto avvilente,  è il vergognoso tentativo di screditare l’Associazione di cui mi onoro di rappresentare. La frase “…ignorando ogni altro tentativo di accreditamento…” è chiaramente riferita a chi, come noi di FEDAIISF, si è attivamente e costruttivamente impegnato, ogni giorno, per tutelare la dignità e il posto di lavoro di tutta la categoria, non solo degli iscritti, indipendentemente dal contratto, dal ruolo o dal prodotto presentato. Fedaiisf è l’unica struttura che rappresenta l’intera categoria e di cui può fornire un censimento, seppur molto approssimativo. In pratica Fedaiisf ha fatto quello che avrebbe dovuto fare la Femca CISL. E qui viene fuori anche il conflitto di interessi dei dirigenti di questo sindacato. Come ci si può fidare di loro se invece di tutelare i lavoratori si preoccupano di screditare un’associazione di categoria basata sul volontariato? Avrebbero dovuto preoccuparsi di attivare quel famoso tavolo tecnico sull’informazione scientifica tanto sbandierato poco più di un anno fa e mai reso fattivamente operativo. Invece non solo hanno fatto di tutto per non farlo partire (avrebbero dovuto affrontare argomenti spinosi come il mancato rispetto della legge che disciplina l’attività dell’informatore scientifico avvenuta con la loro firma del CCNL), ma si preoccupano di discriminare i lavoratori della stessa categoria e di gettare fango sull’associazione che li rappresenta tutti. La domanda sorge spontanea: qual è l’interesse della Femca CISL? Difendere i lavoratori o la propria posizione di potere nei loro confronti?

Questa è la seconda volta che accade. La prima qualche mese fa a proposito della questione legata all’accesso nell’ospedale di Perugia. Anche in quella occasione la Femca CISL ha tenuto a sottolineare che solo gli informatori “afferenti” al CCNL avevano diritto di accedervi e “un’associazione privata” non era legittimata a fornire elenchi di nessun tipo. Colgo l’occasione per chiedere alla Femca CISL cosa intenda per “associazione privata”? Potrebbe fornirmi, per contro, un esempio di associazione pubblica?

Alla luce di quanto espresso finora e tenuto conto dell’inaffidabilità dei dirigenti di questa sigla sindacale, chiedo, anzi pretendo di avere un incontro con tutti i rappresentanti sindacali “afferenti” al CCNL, in qualità di esperto tecnico, di rappresentante, mio malgrado, di tutti i lavoratori dell’informazione scientifica. Potrò indicare loro com’è strutturato il settore e quanto sia lontano dall’immaginario collettivo. Questo a garanzia della trasparenza delle azioni da intraprendere in difesa della categoria e anche per capire chi davvero è interessato a tutelarne i diritti del lavoratore chiamato Informatore Scientifico.

Tutta la categoria resta in attesa di un riscontro a questa missiva.

     Dr. Antonio Mazzarella

Presidente Nazionale FEDAIISF

Comunicato del 14 gennaio 2021


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