«I ticket per i codici bianchi dovrebbero essere prelevati non sulle tasche dei cittadini, ma dai budget dei medici di base che hanno inviato in maniera impropria persone al pronto soccorso». È un attacco in piena regola quello rivolto ai Medici di famiglia da Diego Piazza, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri commentando la situazione del sistema della rete di emergenza nazionale dopo il susseguirsi di fatti di cronaca che hanno visto i Pronto soccorso protagonisti. E a un attacco così esplicito i Medici di famiglia non potevano rimanere indifferenti.
«Se mettiamo in equilibrio risposte dello stesso tipo, come paradosso, allora dovrei dire di valutare tutta la spesa indotta dall’area ospedaliera e quella della medicina ospedaliera» sottolinea Silvestro Scotti, vicepresidente di Fimmg interpellato da Doctor News33. «Il fatto serio, invece, che io rilevo è che fra medici si continua a spostare la questione in una battaglia tra la professione quando, formalmente, c’è la necessità di un intervento nel sistema gestionale organizzativo: accesso all’ospedale, rete del territorio ecc.
Tutte problematiche che non credo dipendano dal singolo medico, ospedaliero o medico convenzionato. Certe dichiarazioni» continua Scotti «sono solo provocatorie, dimostrano uno scarso senso di appartenenza a una professione che è unica, a prescindere dal contratto e dimostrano una scarsa conoscenza degli studi che dimostrano come i pazienti accedono all’ospedale non passando per il Medico di famiglia ma autonomamente.
Perché quindi i medici di base dovrebbero essere economicamente responsabili per una scelta che il paziente fa in piena autonomia?» conclude Scotti. Ancora più forte la risposta di Snami che in una nota per voce del vicepresidente nazionale Francesco D’Accardi sottolinea come «sputare accuse qualunquistiche e prive di fondamento denota scarsa conoscenza dei problemi ma anche del codice deontologico e rischia di innescare polemiche tra medici che non avrebbero senso. Comunque come “ripetizione” a Piazza ricordo» aggiunge D’Accardi «che i dati di ieri dei codici bianchi nelle strutture di Pronto soccorso della Regione Lazio, rendicontate pubblicamente nel sito regionale, indicano che la somma dei pazienti alle ore 10 circa, in attesa, in trattamento e in osservazione, ammontava a circa 1.471 unità, delle quali 28 codici bianchi, pari pertanto a una percentuale del 1,90%.
Di questi secondo le percentuali di studi consolidati in tutta Italia, circa 24 ad accesso spontaneo e diretto e “forse” 4 inviati da un medico di medicina generale. Statisticamente irrilevante. Se Piazza ha dei numeri diversi li faccia» conclude.
Marco Malagutti – Venerdì, 27 Febbraio 2015 – Doctor33