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Problemi di accesso alle strutture Ausl della città di Bologna per gli informatori scientifici. La Sez. AIISF scrive ai responsabili delle strutture

Gentilissimi, mi chiamo Alberto Bonomo e scrivo in qualità di presidente della Sezione di Bologna della associazione informatori scientifici del farmaco AIISF federata FEDAIISF e che solo a Bologna conta di 210 iscritti, inoltre sono membro del Coordinamento FEDAIISF Regione Emilia-Romagna che contempla anche le altre sezioni emiliano romagnole, i cui colleghi lavorano anche se parzialmente sul territorio bolognese. 

Il ruolo dell’Informatore Scientifico è regolamentato da varie  leggi e decreti dello stato, tra cui il Dlgs 219/06, che impone agli informatori, fra gli altri compiti, quello di aggiornare il medico su nuovi farmaci in uscita e nuovi studi ed evidenze scientifiche dei farmaci già disponibili,  ed ha obbligo di raccogliere e segnalare gli Eventi Avversi, gli Effetti Collaterali e le Interazioni che i medici dovessero riferire nel corso dei colloqui con l’Informatore Scientifico.

Da Settembre 2019 Regione Emilia Romagna ha istituito un tavolo paritetico e creato un Gruppo di lavoro regionale sulla informazione scientifica di cui noi FEDAIISF siamo la componente Associativa in rappresentanza della Categoria  degli IS/ISF. Al gruppo di lavoro sono presenti tutte le componenti, quindi la Regione stessa, i sindacati dei lavoratori IS/ISF, i sindacati dei medici MMG, dei medici ambulatoriali ed ospedalieri ed i rappresentanti delle Industrie di Farmaci e Dispositivi Medici. In data 20/01/2020 è stato prodotto un documento condiviso da tutte le componenti che disciplina la materia su tutto il territorio Regionale ER che integra e supera le criticità che aveva creato la delibera Regionale 2309/2016. Come Federazione ci siamo da subito resi disponibili a trovare soluzioni condivise in materia di trasparenza, tracciabilità e a collaborare a progetti sulla Salute Pubblica, in cui la Regione intenda coinvolgerci, mettendo a disposizione sia la nostra figura che i nostri mezzi di comunicazione come il nostro sito www.fedaiisf, il nostro centro studi e documentazione, la nostra newsletter e le nostre reti capillari di chat lavorative su tutto il territorio nazionale.

A seguito dell’inizio della emergenza Covid-19, il 25 febbraio 2020 la Regione ER aveva diramato una lettera in cui si sospendeva l’informazione scientifica in presenza fino al 30/04/2020,  quindi siamo stata la prima categoria a restare a casa e di fatto siamo stata l’ultima a riprendere l’attività con grandi sacrifici in termini di perdita o riduzione del reddito, ma è stato necessario e lo abbiamo fatto con grande senso di responsabilità come del resto tutte le altre categorie coinvolte nel lockdown.

Il gruppo di Lavoro su Informazione Scientifica si è aggiornato anche durante il lockdown con incontri da remoto per monitorare le attività e seguire gli aggiornamenti in materia, infatti in data 9 giugno 2020 ha pubblicato il protocollo  per la ripresa dell’attività di informazione scientifica IN PRESENZA nelle strutture del SSR. Come richiesto nel protocollo stesso, abbiamo dato la massima diffusione del protocollo ai nostri associati e come categoria abbiamo organizzato una diretta su YouTube per spiegare a tutti i colleghi della Regione quali norme si dovessero osservare e quali dispositivi di protezione individuali utilizzare. Alla riunione virtuale hanno partecipato più di 1000 colleghi in contemporanea distribuiti tra ZOOM ed il nostro canale YouTube. Sempre per il senso di responsabilità che ci contraddistingue.  In questo protocollo veniva ricordato, al secondo punto e quindi come opzione dove non fosse possibile la ripresa del lavoro IN PRESENZA quanto la legge prevede, cioè la possibilità di effettuare l’informazione scientifica da remoto, ma questa possibilità è stata pressoché rifiutata dalla maggioranza dei medici (vedi anche sondaggio nazionale FIMMG bocciato da oltre l’88 % del campione dei medici intervistati) in quanto il telefono viene già utilizzato massicciamente dai pazienti e quindi la linea deve rimanere libera ed i device in dotazione ai medici del SSR NON dispongono di telecamera e microfono e pertanto alla quasi totalità è impedito di  poter partecipare a videochiamate o webinair se non utilizzando device personali.

Dopo il protocollo regionale del 9 giugno, la Ausl di Bologna ha diffuso un documento in cui si affermava che nelle proprie strutture non era possibile effettuare informazione scientifica in presenza perché non esistevano le condizioni per poter accedere a tali strutture e si invitava a continuare a fare informazione da remoto almeno fino ad agosto 2020. Confessiamo che tanto è stato il nostro sconcerto e disappunto, perché non comprendevamo i motivi che avessero portato la sola città di Bologna, unica in tutte le strutture della Regione Emilia-Romagna, a chiudere l’accesso agli informatori scientifici. Come professionisti e con senso di responsabilità abbiamo accettato questa incomprensibile ed ingiustificata decisione: ricordiamo che durante il lockdown abbiamo fatto una raccolta fondi a favore della Fondazione Onlus Sant’Orsola “Più Forti Insieme”, ogni sezione provinciale della Regione Emilia-Romagna ha fatto donazioni alla Sanità Pubblica secondo le proprie disponibilità ed  abbiamo prestato con entusiasmo volontariato gratuito al Servizio di Igiene Pubblica della Azienda Sanitaria di Modena nel periodo di emergenza sanitaria. Siamo stati ricevuti dalla Dottoressa Ottavia Soncini, Presidente della IV Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali di Regione Emilia-Romagna  alla quale abbiamo rinnovato la nostra disponibilità a fornire opere di volontariato gratuito e collaborare a campagne di sensibilizzazione in vista della prossima campagna di vaccinazione antiinfluenzale. Con la dottoressa Soncini abbiamo instaurato un canale diretto per lo scambio di informazioni e le abbiamo segnalato tutte le Strutture del territorio ER che ancora impediscono il nostro lavoro IN PRESENZA (dalle nostre informazioni risultano concentrate solo su Bologna).

Quindi ci saremmo aspettati che a settembre ci venisse consentito di riprendere finalmente la nostra attività in presenza, visti i protocolli Governativi e Regionali 

Invece con nostra grande sorpresa abbiamo dovuto constatare che le porte ci vengono ancora ad oggi chiuse, senza alcuna motivazione o a volte con giustificazioni bizzarre, come ci è capitato di vedere in una struttura della città, in cui in ogni porta è stata affissa una lettera, in cui si dichiarava la sospensione della attività di informazione in presenza: peccato però che tale lettera era quella pubblicata dalla regione all’inizio del lockdown, ai primi giorni di marzo, quindi superata dal Protocollo Governativo del 25/05 e dal Protocollo regionale del 9 giugno etc.

Questo atteggiamento sta mettendo seriamente a rischio centinaia di posti di lavoro nella nostra Città e nella nostra Regione ed è in contrasto oltre che con i citati protocolli, leggi e decreti sopra citati , anche con l’articolo 4 della Costituzione Italiana perché impedisce di fatto il diritto al lavoro a molti colleghi IS/ISF, inoltre impedisce a molti medici bolognesi di ricevere l’informazione scientifica come previsto dal Dlgs 219/2006 e dalla Conferenza Stato Regioni e Province Autonome ormai dal 2006. In regione Piemonte il PD dopo uscita del protocollo Governativo del 25/05 ha fatto Interrogazione Regionale a risposta scritta dove  chiede spiegazioni del perché la Regione Piemonte non permetteva la nostra attività IN PRESENZA nonostante il protocollo Governativo lo preveda e si dichiara preoccupato per aspetto occupazionale della nostra figura in regione Piemonte. Come categoria condividiamo con il PD le preoccupazioni sul nostro futuro occupazionale in area Bolognese e ricordiamo che lo stesso PD Governa Regione  Emilia-Romagna e la città di Bologna, la stessa dottoressa Ottavia Soncini si è attivata per conoscere i dettagli. Come categoria abbiamo scritto una lettera evidenziando tutte le criticità all’Assessore Raffaele Donini e siamo in attesa di essere ricevuti.

Contiamo al più presto che tutte le criticità siano superate come già avviene in tutto il resto delle strutture del SSR della Regione, dove siamo ricevuti dai singoli Sanitari su appuntamento, con orario concordato e nei luoghi indicati dai Sanitari stessi.

Ovviamente siamo a completa disposizione per chiarimenti e auspichiamo che ci possa essere un incontro per chiarire ogni aspetto e per collaborare ad opere e campagne di sensibilizzazione per il bene della salute pubblica in cui vorrete coinvolgerci. 

                       Cordiali Saluti 

Il Direttivo FEDAIISF Sezione Provinciale di Bologna

Alleghiamo

– protocollo linee guida informazione scientifica e.r. 20/01

– protocollo ripresa del 9/6

– nota esplicativa dr.ssa Petropulacos

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

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