Dopo un 2012 deludente, l’anno appena iniziato potrebbe essere quello della ‘rinascita’ per le aziende farmaceutiche mondiali. Lo affermano diversi analisti al sito Reuters Health, secondo cui i farmaci in arrivo potrebbero generare guadagni per decine di miliardi di euro, superiori a quelli persi per i brevetti scaduti. Secondo alcune stime della Deutsche Bank i nuovi farmaci in arrivo potrebbero generare vendite per 64 miliardi di euro nel periodo tra il 2013 e il 2015, mentre nello stesso periodo le quote perse a favore dei generici dovrebbero essere di 12 miliardi.
Novita’ importanti si attendono in diversi campi, dai tumori, con diverse compagnie che dovrebbero ricevere l’approvazione dalle autorita’ regolatorie nel 2013, al diabete, per cui si attende tra gli altri una nuova formulazione dell’insulina, all’epatite C alla sclerosi multipla: ”E’ ancora presto pero’ per dire che il settore e’ fuori dalla crisi – spiega Simon Friend, analista di PricewaterhouseCoopers – soprattutto in un periodo in cui governi e assicurazioni stanno molto attenti a pagare per nuovi farmaci”.Farmindustria. I segnali che arrivano dall’industria farmaceutica mondiale sono positivi, ma questo non vuol dire che per il settore la crisi sia finita. E’ il parere di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, secondo cui le maggiori difficolta’ si hanno per le limitazioni all’accesso imposte da molti paesi, a cominciare dall’Italia. ”I dati sui possibili nuovi farmaci in arrivo sono molto positivi, perche’ sono il segno del fatto che gli ingenti investimenti fatti nel passato producono novita’ importanti, peraltro per malattie fondamentali come i tumori o il diabete – sottolinea Scaccabarozzi – da qui a dire che la crisi e’ finita pero’ il passo e’ un po’ lungo. Il problema principale in questo periodo e’ costituito dalle limitazioni all’accesso ai farmaci che molti paesi Ue, a cominciare dal nostro, stanno applicando”. In Italia, afferma il presidente di Farmindustria la situazione e’ aggravata dalle continue variazioni delle normative, ad esempio in fatto di rimborsi: ”Speriamo che con il prossimo governo sia possibile fare un ‘patto di stabilita” – auspica Scaccabarozzi – in modo da ridare slancio anche agli investimenti nel paese, e da risolvere il problema del ritardato accesso alle terapie da parte dei pazienti”. Anche dal punto di vista della ricerca il nostro paese segna un po’ il passo: ”Anche se facciamo poca ricerca primaria, l’Italia ha sempre contribuito molto agli studi di fase tre – spiega l’esperto – anche in questo campo pero’ i segnali sono preoccupanti, con una diminuzione del 25% negli ultimi due anni. Il paese non riesce piu’ ad attrarre gli investimento come una volta”.
Il commento di Sanofi.