Argomenti trattati: i licenziamenti, le promesse di Farmindustria di 2.000 assunzioni, l’abbandono dell’informazione scientifica ai medici di base, i contrati “molto atipici” dei neoassunti, la responsabilità sulla conservazione e il trasporto dei campioni.
Roma, 07 novembre 2014 – Fedaiisf
L’incontro è servito ad affrontare diversi argomenti, di vitale importanza per la nostra categoria, tra cui quello sui licenziamenti.
E’ stato chiesto al Presidente, di vigilare sui 2.000 posti di lavoro promessi da Farmindustria, al fine di monitorare che questi non si traducano in una partita di giro, a saldo negativo, con ulteriori richieste di mobilità. Particolare attenzione è stata posta sulle voci che vedrebbero l’abbandono dell’informazione scientifica presso i medici di medicina generale, facendo mancare quel filtro fondamentale di competenze scientifiche e di attenzione ai problemi di vigilanza, da sempre patrimonio attribuito indiscutibilmente agli ISF da oltre cinquant’anni.
Come ha sottolineato Carinci, una simile scelta porterebbe a comprimere l’occupazione proprio nel momento di massimo sforzo governativo per creare posti di lavoro.
Altro problema riguarda la minore remuneratività per la presenza di competitors, questa condizione non può essere un giustificativo: a meno che le aziende non decidano, in contemporanea la sospensione della commercializzazione dei loro prodotti.
Si è parlato del grave problema legato al trattamento economico, al limite del lavoro nero, per i giovani assunti, soprattutto dalle piccolissime aziende di integratori e/o nutraceutici.
Carinci ha esortato l’on. Vargiu ad intervenire, pure nei limiti delle competenze istituzionali.
Infine si è affrontato il problema della conservazione dei campioni: le aziende farmaceutiche non possono trasferire le responsabilità su questo argomento. Le leggi dello Stato sono molto chiare e non dovremmo essere noi, in caso di visita dei NAS, a rispondere di quello che le aziende non fanno. Nessuno può avere le celle frigorifere giganti adatte a mantenere costante la temperatura: anche perché, come tutti sanno, nessuno delle decine di migliaia di informatori se le sarebbe mai potute permettere all’interno dei propri box.
Vargiu ha mostrato particolare attenzione per il problema ben sapendo che, un rifiuto dell’ISF ad accettare i campioni, si tradurrebbe in ipotesi di licenziamento.
Per questo ha richiesto una pro-memoria al fine di fare le più ampie valutazioni e, se del caso, intervenire.
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