Occorre rispettare l’essenza e la competenza di ogni professione, altrimenti a rischio è la salute del cittadino.
Giovedì, 18 Dicembre 2014 – Farmacista33
Centralità del paziente, umanizzazione delle cure, processo di territorializzazione sono fenomeni che possono portare a un ripensamento e a un allargamento delle funzioni delle varie figure che operano nella filiera dell’assistenza farmaceutica e sanitaria ma in questo percorso occorre rispettare l’essenza e la competenza di ogni professione, altrimenti a rischio è la salute del cittadino.
È con queste parole che Pia Policicchio (foto), presidente Fenagifar, si inserisce nel dibattito sollevato dalla proposta avanzata dal Nursind, sindacato degli infermieri, contenuta nelle osservazioni inviate al ministero della Salute sulla bozza di Ddl su gestione e sviluppo delle risorse umane del Ssn in attuazione dell’art. 22 del Patto per la salute, di dare la possibilità agli infermieri di prescrivere «alcuni presidi, esami diagnostici e farmaci di comune».
«Ogni figura professionale ha la sua competenza e il suo percorso di studi e formazione» è il commento di Policicchio «mentre questa proposta da parte degli infermieri sembra travalicare le competenze delle altre professionalità. La prescrizione non può che essere del medico, che ha una conoscenza approfondita della patologia e della terapia ed è in grado di effettuare un certo percorso diagnostico e terapeutico. Così come elementi dell’attività del farmacista possono essere la pharmaceutical care, e così via».
Data la grande competenza farmacologica del farmacista, «si potrebbe anche discutere sulla sua possibilità di prescrivere in certi casi una determinata categoria di farmaci ma naturalmente nella condivisione, nel pieno rispetto di tutte le professionalità e a fronte di un preciso percorso di formazione che andasse a sviluppare ulteriormente e in questa direzione le sue competenze.
Penso per esempio all’esperienza del farmacista clinico: anche nelle farmacie di comunità ci sono una serie di piccole patologie di minor rilievo che potrebbero essere gestite, da questo punto di vista, anche dal farmacista. E la logica potrebbe essere quella di aiutare a decongestionare ambulatori medici e forse ridurre un accesso improprio al pronto soccorso in alcuni casi. Ma naturalmente si tratta di percorsi quanto mai delicati, in cui la salute del cittadino deve essere la guida e in cui occorre prestare molta attenzione alle specifiche competenze di tutte le professionalità».
Francesca Giani
Medicina generale e appropriatezza prescrittiva. Pani (Aifa): “Chiave di volta è la condivisione degli approcci”
L’atto prescrittivo è diritto e dovere del medico che impegna la propria responsabilità professionale ed etica e non può prescindere da una diagnosi circostanziata”. Il Dg fa il punto in un’intervista a Fimmg notizie sullo status e le prospettive del ‘Progetto di sperimentazione Piani Terapeutici in Medicina Generale’. “Per la MG la sfida del futuro sarà la personalizzazione delle cure”. E poi ricorda: “Medici di medicina generale hanno ruolo centrale nel sistema farmaco”.
17 DIC – “La condivisione degli approcci è sicuramente la chiave di volta” in tema di appropriatezza prescrittiva e sostenibilità economica. È quanto afferma il Dg dell’Aifa Luca Pani in un’intervista rilasciata a Fimmg notizie in merito allo status e alle prospettive del ‘Progetto di sperimentazione Piani Terapeutici in Medicina Generale’ per cui “dopo aver individuato le aree e implementato il sistema di accesso, si penserà a produrre delle linee guida così come abbiamo già fatto per altri ambiti ad esempio i registri di monitoraggio”. “C’è stata una discreta partecipazione – ha sottolineato il Dg – in termini di adesione e interesse dei medici sia giovani sia dei medici un po’ più anziani. Ritengo che il numero ad oggi sia comunque soddisfacente e sicuramente consentirà l’avvio del Progetto pilota. Solo a fine progetto potremmo valutare se l’approccio potrà essere considerato positivo”.
Per Pani “la Medicina Generale ha un ruolo centrale nel sistema farmaco e nel sistema sanitario in toto. Non dobbiamo dimenticarci che il MMG è il primo cui il paziente si rivolge, e talvolta l’unico di cui si fida veramente, che segue il paziente durante tutto l’iter clinico assistenziale. L’atto prescrittivo è diritto e dovere del medico che impegna la propria responsabilità professionale ed etica e non può prescindere da una diagnosi circostanziata”. Ma è “indispensabile ricordare che alcune tipologie di medicinali sono comunque soggette a prescrizione limitativa, poiché la diagnosi o la somministrazione richiedono che vengano effettuate presso centri specialistici o ospedalieri che dispongono di mezzi adeguati al fine di consentirne un utilizzo in condizioni di sicurezza”.
l Dg Aifa poi evidenzia quali le sfide future per la Medicina generale. “Oltre ai cambiamenti fisiologici della popolazione – sottolinea – , c’è l’approccio a una medicina sempre più diretta al singolo paziente. Ogni persona è unica e il trattamento deve considerare la specificità del singolo. La medicina di precisione rappresenta il futuro della medicina non solo in ambito specialistico ma anche e soprattutto a livello generale”.