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Pochi Mmg ma anche pochi assistiti, Cgil: giù ottimali e massimali

L’aumento degli assistiti per chi ne ha già tanti è contrario alle regole di concorrenza e crea disservizi nel Ssn. La meritocrazia non si fa sui numeri di scelte.

Martedì, 16 Giugno 2015 – Doctor33

«L’annuario del Servizio sanitario nazionale ci dà ragione. Lungi dal premiare la qualità del medico di famiglia, l’aumento degli assistiti per chi ne ha già tanti è contrario alle regole di concorrenza e crea disservizi nel Ssn. La meritocrazia non si fa sui numeri di scelte ma sulla remunerazione di attività aggiuntive, sugli ambulatori per patologia, e ancor più l’Adi e l’assistenza in Rsa che secondo il rapporto invece purtroppo si sposta sempre più sul privato accreditato».

Il commento di Nicola Preiti vicesegretario Cgil Medici ai dati 2012 del Ministero della Salute nasce da uno spunto controverso: pur pochi e in diminuzione, i medici di famiglia hanno meno assistiti di quanti ci si aspetterebbe: 1156 ciascuno di media. Il dato è realistico, scaglionato per classe (da 0 a 50 assistiti, da 51 a 500 etc). Ora, benché il rapporto ottimale previsto a livello nazionale sia di un medico ogni mille residenti, molte regioni negli anni scorsi dopo la convenzione del 2005 hanno provato a innalzarlo: Friuli Venezia Giulia (innalzamento da 1/1000 ad 1/1300 residenti), Lombardia, Campania, Calabria (stop 2009) ed Emilia Romagna, sono poi state bloccate dai giudici amministrativi. Hanno guardato lontano? Non per Cgil Medici, che promosse ricorsi al Tar contro gli innalzamenti dell’ottimale e li vinse.

«Il dato oggi è questo: il 27% dei medici di famiglia – segnala Preiti – ha oltre 1500 assistiti che è il massimo previsto (1570 con le “eccezioni” per mantenere tra gli assistiti i familiari); significa che buona parte dei mmg è fuori norma ma la busta paga lievita in relazione alle scelte ed è dunque consentito crescere in base a ipotizzabili superamenti dei limiti di convenzione».

«A fronte di questi 12399 medici sopra massimale – continua Preiti – ci sono 13548 medici di assistenza primaria con meno di mille assistiti. Significa che o sbarcano il lunario aggiungendo ore di continuità assistenziale – ma oltre le 750 scelte devono abbracciare l’esercizio esclusivo dell’assistenza primaria – o devono conseguire un numero maggiore di scelte al più presto altrimenti non vivono. Non abbiamo il computo dei medici di assistenza primaria con fino a 750 scelte: ove si trattasse dei circa 6 mila che si stima abbiano anche pazienti in assistenza primaria (pari dunque a metà dei titolari di ore in continuità assistenziale censiti dalla ricerca) non starebbero economicamente male.

Ma come Cgil ipotizziamo che molti medici sotto 750 scelte non abbiano ore di “guardia medica”. Ci sono colleghi che decidono di accumulare punti in graduatoria come sostituti, e non fanno molte ore in continuità assistenziale: con le spese di gestione che non scendono in proporzione alle scelte, per loro diventa impossibile avere un numero di assistiti tale da poter tirare avanti se si tollerano distorsioni su ottimale e massimale.

D’altra parte, se tenessimo per buone le ore lavorate da convenzione, i medici con 1500 assistiti e passa hanno 90 secondi a paziente per visitare. Seguendo tale filo logico, ogni investimento su loro ulteriori attività appare inutile. Eppure ci sono regioni che investono tutto su di loro, ma poi non hanno come organizzare l’assistenza domiciliare ed altre attività che invece crescerebbero se si preservassero i servizi e si abbassassero i rapporti».

Mauro Miserendino

MINISTERO DELLA SALUTE
DIREZIONE GENERALE DELLA DIGITALIZZAZIONE, DEL SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO E DELLA STATISTICA
UFFICIO DI STATISTICA
DISTRIBUZIONE DEI MEDICI GENERICI PER CLASSI DI SCELTE E NUMERO SCELTE PER MEDICO GENERICO
ANNO 2012
Medici Generici distinti per classi di scelte di cui Indennità Numero
Regione Da 1 a 50 Da 51 a 500 Da 501 a 1000 Da 1001 a 1500 Oltre 1500 Totale per attività in forma associativa scelte  per
 %  %  %  %  %  %  % medico
PIEMONTE 19 0,6 186 5,7 640 19,7 1.443 44,5 956 29,5 3.244 100,0 2.757 85,0 1.206
VALLE D`AOSTA 2 2,2 6 6,7 11 12,2 56 62,2 15 16,7 90 100,0 51 56,7 1.221
LOMBARDIA 49 0,7 372 5,6 751 11,4 2.257 34,1 3.187 48,2 6.616 100,0 4.470 67,6 1.306
PROV. AUTON. BOLZANO 2 0,7 19 6,8 31 11,0 56 19,9 173 61,6 281 100,0 103 36,7 1.549
PROV. AUTON. TRENTO 2 0,5 23 6,2 66 17,8 135 36,4 145 39,1 371 100,0 268 72,2 1.232
VENETO 27 0,8 153 4,5 501 14,8 1.457 43,1 1.239 36,7 3.377 100,0 2.761 81,8 1.268
FRIULI VENEZIA GIULIA 20 2,1 73 7,5 221 22,8 409 42,3 245 25,3 968 100,0 507 52,4 1.133
LIGURIA 8 0,6 109 8,6 307 24,3 588 46,5 252 19,9 1.264 100,0 954 75,5 1.115
EMILIA ROMAGNA 29 0,9 163 5,2 626 19,9 1.327 42,2 999 31,8 3.144 100,0 2.574 81,9 1.228
TOSCANA 92 3,2 223 7,7 590 20,4 1.256 43,4 733 25,3 2.894 100,0 2.131 73,6 1.133
UMBRIA 22 2,9 101 13,5 153 20,4 363 48,5 110 14,7 749 100,0 557 74,4 1.050
MARCHE 19 1,6 115 9,6 250 20,8 544 45,2 275 22,9 1.203 100,0 859 71,4 1.123
LAZIO 104 2,2 549 11,6 1.115 23,5 2.067 43,6 906 19,1 4.741 100,0 3.716 78,4 1.074
ABRUZZO 37 3,3 126 11,3 281 25,1 464 41,5 210 18,8 1.118 100,0 843 75,4 1.050
MOLISE 2 0,7 27 10,0 78 28,8 133 49,1 31 11,4 271 100,0 159 58,7 1.043
CAMPANIA 70 1,6 446 10,3 798 18,4 2.100 48,5 915 21,1 4.329 100,0 2.577 59,5 1.053
PUGLIA 31 0,9 355 10,9 754 23,1 1.516 46,4 610 18,7 3.266 100,0 2.422 74,2 1.099
BASILICATA 10 2,0 60 11,9 144 28,6 250 49,7 39 7,8 503 100,0 387 76,9 1.043
CALABRIA 23 1,5 181 11,8 387 25,3 692 45,3 245 16,0 1.528 100,0 547 35,8 1.132
SICILIA 89 2,1 463 11,1 993 23,7 1.748 41,8 890 21,3 4.183 100,0 2.429 58,1 1.084
SARDEGNA 13 1,0 110 8,5 321 24,7 629 48,5 224 17,3 1.297 100,0 854 65,8 1.101
ITALIA 670 1,5 3.860 8,5 9.018 19,8 19.490 42,9 12.399 27,3 45.437 100,0 31.926 70,3 1.156

Redazione Fedaisf

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