Sono state suddivise fra le Regioni le risorse destinate agli interventi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e del PNC, il Piano per gli investimenti complementari, la cui attuazione è affidata alle amministrazioni regionali. Il decreto ministeriale di ripartizione, varato il 20 gennaio 2022, è stato infatti registrato.
Si tratta nel complesso di oltre 8 miliardi e 42 milioni di euro, di cui il 41,1% destinato alle Regioni del Mezzogiorno.
Si avvia così l’iter di attuazione degli interventi della Missione 6 – Salute del PNRR e del PNC (Piano Nazionale Investimenti Complementari), che prevedono:
per la Component 1 – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale:
- la realizzazione di 600 Centrali Operative Territoriali (COT) entro il primo semestre 2024
- la realizzazione di 1.350 Case della Comunità [erano 1288 in una prima stesura]
- la realizzazione di 400 Ospedali di Comunità entro il primo semestre del 2026
per la Component 2 – Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale:
- la sostituzione di 3100 grandi apparecchiature entro la fine del 2024
- l’ultimazione di 280 interventi di digitalizzazione di DEA di I e II livello entro il 2025
- l’ultimazione di 109 interventi di antisismica, cui si aggiungono ulteriori 220 interventi finanziati con le risorse del PNC
- l’adozione da parte delle Regioni di 4 nuovi flussi informativi – nell’ambito del nuovo sistema informativo sanitario NSIS – relativi alla riabilitazione territoriale, ai servizi di assistenza primaria, agli ospedali di comunità e ai consultori familiari, entro il 2025
- lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali per 293.386 dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale entro il primo semestre 2026.
- Decreto 20 gennaio 2022
- PNRR
- Case di Comunità. Facile a dirsi…più difficile a farsi. Ecco una road map per farle sul serio
Nota: Nel PNRR si prevedono 1 Casa di Comunità hub per ogni Distretto e almeno 3 Case di Comunità spoke (1 ogni 30/35.000 nelle aree metropolitane; 1 ogni 20/25.000 abitanti nelle aree urbane e sub-urbane; 1 ogni 10/15.000 abitanti nelle aree interne e rurali) per favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso