"Aumentare l’utilizzo dei farmaci generici senza penalizzare troppo i brand". E’ la via tracciata dal viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, per ridurre la spesa farmaceutica pubblica. Fazio spiega: sul fronte della diffusione dei generici, "siamo a livelli troppo bassi rispetto al resto d’Europa. Ma dico al presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, di stare tranquillo: non è una minaccia. Questo processo lo affronteremo insieme. Dobbiamo riaprire il tavolo con la farmaceutica per discutere anche della ridistribuzione dei margini del comparto distributivo per allinearli alla situazione europea, per esempio con meccanismi che premino la farmaceutica ospedaliera". Ma alle rassicurazioni del viceministro, parlando ai giornalisti Dompé replica: "Dal momento che la spesa farmaceutica a carico dello Stato è di 188 euro per cittadino contro la media europea di 265, il problema dei generici è un falso problema. Noi non chiediamo né vantaggi né sconti, ma negli ultimi 7 anni la spesa farmaceutica pubblica è addirittura indietreggiata in termini di quota di fatturato assoluto. La mia paura di fondo è che una struttura industriale di base del nostro Paese si impoverisca". Scenario che, secondo il direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), Guido Rasi, potrebbe verificarsi solo se "il risparmio venisse azzerato riducendo il tetto della spesa. Quello che il viceministro ha in mente – chiarisce – è di riallocare i soldi risparmiati sulla filiera della salute e quindi sulla farmaceutica. Per esempio, abbiamo una pipeline di farmaci ad alto costo e potremmo metterli a disposizione di tutti in maniera più veloce proprio con questi risparmi".
Farmacista33 – 10 novembre 2009 – Anno 5, Numero 191