Il piano terapeutico non è più solo una “gabbia” per la prescrizione del medico di famiglia, ma ne diventa una modalità prescrittiva. L’Agenzia del Farmaco Aifa ha deciso che 2000 medici di famiglia possono entrare nel novero dei clinici che richiedano il “piano”, da sempre appannaggio dello specialista.
Martedì, 30 Settembre 2014 – Doctor33
I medici devono segnalarsi compilando un apposito format on line. La conquista è epocale, i medici di famiglia potranno prescrivere farmaci sui quali non hanno mai avuto potere decisionale, e l’Aifa avrà la possibilità di monitorare in tempo reale la correttezza delle prescrizioni e la loro efficacia dal momento che tutta la comunicazione avviene via web», spiega Marco Cambielli, medico di famiglia vicepresidente della società scientifica Snamid.
Ma l’empowerment del medico di famiglia potrebbe coincidere anche con più diritti per i pazienti. «In questi anni per i farmaci soprattutto del territorio si è creato un doppio canale di trattamento: chi stava vicino a un ospedale o poteva concedersi un rapporto assiduo con lo specialista aveva più probabilità di fruire di medicinali prescritti con piano terapeutico, chi aveva per riferimento il medico di famiglia, se questo non era aggiornato o riteneva di non avere idonei strumenti di monitoraggio, rischiava una cura diversa, e poi era difficile mettere a confronto i risultati delle terapie», spiega Cambielli.
Ora che accadrà ai medici che si segnalano entro il 15 ottobre, data di scadenza dell'”avviso” Aifa? «Intanto il comitato tecnico scientifico Aifa farà una selezione perché, per ciascuna categoria farmacologica testata, bisognerà che i mmg siano il più possibile sparsi per il paese e in grado di sopperire a un’eventuale lontananza dallo specialista o dal centro ospedaliero. Per i prescelti sarà prevista una formazione ad hoc che consiste nella conoscenza dettagliata delle note e delle loro implicazioni», afferma Cambielli che è anche membro del gruppo consultivo Aifa della medicina generale insieme a Walter Marrocco (Fimmg) e Saffi-Ettore Giustini (Simg). Ho una sola preoccupazione: è importante che tutti i colleghi validi partecipino, e capisco che non è semplice data l’alta quantità di carichi di lavoro pendenti su ciascuno di noi in questa fase storica, ma la posta in palio è ridare alla medicina generale la dignità che le spetta».