CEO DELL’AZIENDA CEDE AZIONI IN CONCOMITANZA CON ANNUNCIO VACCINO E RIALZO AZIONI
Il caso del vaccino anti-Covid della Pfizer finisce oggi al vaglio della Consob e della Procura della Repubblica di Milano. Il Codacons presenta
Al centro della vicenda la vendita di azioni da parte del Ceo di Pfizer, che si è disfatto del 62% dei titoli in suo possesso in concomitanza con l’annuncio del vaccino prodotto dalla multinazionale. Una mossa questa che ha consentito ad Albert Bourla di incassare in un colpo solo 5,6 milioni di dollari grazie al rialzo delle azioni Pfizer seguito alle dichiarazioni sull’efficacia del vaccino. Informazioni di cui, ovviamente, era in possesso solo l’azienda e i suoi vertici.
Sul caso il Codacons chiede a Consob e alla Procura di Milano di aprire una formale indagine per le possibili fattispecie di aggiotaggio e insider trading, reati aggravati dallo sfruttamento della paura legata al Covid che ha fatto balzare il valore del titolo Pfizer grazie all’annuncio sull’efficacia del vaccino. Un eventuale reato costituirebbe turbativa anche del mercato azionario italiano nel quale Pfizer è quotata, con conseguente competenza degli organi di giustizia italiani.
L’associazione ha deciso inoltre di inviare una istanza alla società farmaceutica, chiedendo di includere medici esterni e indipendenti nel panel scientifico per la verifica dell’efficacia del vaccino anti-Covid.
Comunicati Codacons – 14 novembre 2020
La Pfizer e il sostegno a Biden: l’intrigo che avvolge il vaccino contro il Covid-19
Il Primato Nazionale – 14 novembre 2020
Il matrimonio Pfizer-Biden
Durante il suo discorso di annunciata vittoria delle elezioni americane, Biden ha promesso che, non appena sarà pronto e approvato un vaccino contro il coronavirus, questo verrà distribuito gratuitamente al maggior numero possibile di americani. Ma cosa c’entra la Pfizer con Biden? Facciamo un passo indietro. Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di come le multinazionali e vari enti americani abbiano finanziato le campagne elettorali di Biden e Trump. Ma come si è schierata l’industria farmaceutica in questa campagna elettorale? Il sito C&en spiega che l’industria farmaceutica si è prodigata a favore del candidato democratico, finanziando maggiormente la campagna di Biden. Proprio la Pfizer, tra tutte la case farmaceutiche, è stata la prima per finanziamenti a sostenere l’ex senatore del Delaware con circa 1,3 milioni di dollari contro i 900mila a favore del Partito Repubblicano.
Il sito Open Secrets, che annovera tra i propri finanziatori la Open Society Foundation di George Soros, oltre a pubblicare i finanziatori pubblici e privati delle varie campagne elettorali americane, mette in evidenza come, nel corso degli anni, queste abbiano sostenuto un candidato piuttosto che un altro. La stessa Pfizer, da sempre filo-repubblicana, in queste ultime elezioni ha nettamente invertito la tendenza scommettendo sul candidato democratico (con 1,72 milioni $) e non sul presidente uscente Trump, come avvenuto nelle elezioni del 2016.
Lungimiranza? Programmi elettorali? O altro? Assai curioso è il ruolo di Greg Simonil quale, dopo aver lavorato alla transizione Obama-Biden del 2008, è entrato alla Pfizer ricoprendo il ruolo di vicepresidente senior responsabile delle politiche e della difesa dei pazienti, per poi essere richiamato dallo stesso Biden a guidare la Biden Cancer Initiative.
Nicolò Pastino