Ecco come il Conto annuale 2014 della Ragioneria dello Stato fotografa la situazione del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale. L’allarma degli infermieri Ipasvi: “Si rischia il collasso”
di Redazione Aboutpharma Online – 16 gennaio 2016
L’analisi della Ragioneria dello Stato fornisce anche altre indicazioni utili. Dice, ad esempio, che il personale Ssn è sempre più anziano: nel 2014 è di 49,7 anni (51,7 per gli uomini, 48,7 per le donne). Ma nel 2001 il valore medio era di 43,5 anni. E andrà peggio nel 2019, quando l’età media dei dipendenti del comparto sanitario dovrebbe raggiungere 55,6 anni.
I numeri preoccupano in particolare gli infermieri che, attraverso un comunicato della Federazione dei Collegi Ipasvi, segnalano una riduzione del numero di camici azzurri dello 0,7% (-1.894 unità) con guadagni ridotti in media dello 0,3 per cento (-94 euro).
La riduzione – spiega l’Ipasvi – è su tutte le voci del Conto annuale: -218 infermieri maschi in meno rispetto al 2013 e -1.676 donne; meno professionisti in part time. Dal punto di vista delle retribuzioni il calo più forte è sulle voci stipendiali (-74 euro, di cui -64 euro per la sola retribuzione individuale di anzianità) e sulle indennità accessorie (-56 euro) seguite da quelle fisse. Una sola voce, nemmeno a dirlo visto il problema posto dall’orario Ue, aumenta: le retribuzioni per straordinario, che crescono in media di 41 euro per il 2014. Vuol dire, in pratica, che sempre meno personale lavora sempre di più e pagato anche peggio nel complesso (tolto il guadagno dello straordinario il calo della retribuzione media sarebbe di -135 euro in un anno).
In realtà – prosegue l’Ipasvi – tutte le retribuzioni dei professionisti del Ssn sono in calo, medici e dirigenti non medici compresi, così come gli organici che nel complesso si riducono dell’1% (-6.447 unità) di cui perdono lo 0,9% rispettivamente personale e medici, il 2% i dirigenti non medici e crolla l’”altro personale” (-5,3%), tra cui i direttori generali, sanitari e amministrativi, che scontano la riduzione delle aziende ormai in atto in quasi tutte le Regioni. Gli unici a restare stabili sono i direttori sociosanitari a cui sempre di più le aziende stanno affidando il difficile compito di organizzare la continuità assistenziale ospedale-territorio.
“Purtroppo pochi mesi fa già dalle prime anticipazioni del Conto annuale 2014 ci si rendeva conto della situazione sempre più grave degli organici. E bisogna ricordare che dal 2009 al 2013 il Ssn aveva quasi 3.200 infermieri in meno, cifra che ora peggiora drasticamente e raggiunge in cinque anni una perdita di almeno 5mila unità (quasi il -2%)”, sottolinea Barbara Mangiacavalli.
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