Ecco perché tutelare i brevetti è indispensabile anche quando c’è in gioco la salute pubblica
La Notizia di Mauro Masi – 14 marzo 2021
E una dicotomia che può trovare una composizione solo in funzione di un interesse pubblico prevalente (come è sicuramente quello alla salute) ma che non può mettere in discussione – come fatto da alcuni in questi giorni – la bontà del sistema brevettuale. Il brevetto è, infatti, un diritto esclusivo concesso per l’invenzione di un prodotto o di un processo; ossia di un modo nuovo e originale di fare qualche cosa o di offrire una nuova soluzione tecnica ad un problema.
Il brevetto garantisce al suo titolare protezione per l’invenzione, nel senso che questa non potrà essere commercialmente realizzata, usata e/o distribuita senza il consenso del titolare stesso. La protezione ha durata temporale usualmente 20 anni. Dopo questo periodo l’invenzione entra nel “dominio pubblico” nel senso che il titolare perde il suo diritto esclusivo sulla stessa che pertanto diviene commercialmente sfruttabile da chiunque.
Nei paesi dell’Unione Europea esistono attualmente due tipi di brevetto: il Brevetto nazionale rilasciato dal competente Ufficio Brevetti del singolo Stato (in Italia l’UIBM, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), sulla base della legislazione nazionale, la cui efficacia è limitata al territorio del singolo Stato e, in caso di controversia è competente il giudice nazionale.
C’è da dire che l’esplosione di Internet ha avuto riflessi anche sul sistema ora descritto tant’è che da più parti (negli USA, ma non solo) si è proposto di pensare ad una durata diversa della protezione brevettuale in relazione ai diversi prodotti e cioè più breve per i settori caratterizzati da più veloce innovazione come quello dei computer, high tech, nanotecnologie etc e una protezione più lunga per i settori dove l’innovazione è più lenta e dispendiosa. E qui viene da tutti citato proprio l’esempio del settore farmaceutico in cui, per tornare al nostro quesito iniziale, la protezione brevettuale “lunga” è ritenuta, a tutt’oggi, indispensabile.