Un’altra «occasione sprecata ».Una manovra«senza coraggio », che non riforma davvero il Ssn e che s’accanisce «sparando nel mucchio» contro le imprese. «Non è quello che ci aspettavamo da un Governo che diceva di voler riformare il Ssn andando alla radice dei problemi»: Guido Riva, presidente del «Comitato tecnico confederale sanità» di Confindustria, contesta duramente la manovra 2007.
Dottor Riva, per le imprese che operano in Sanità il 2007 non si annuncia un anno felice.
È vero, ci aspettavamo più coraggio dal Governo. Abbiamo offerto la più completa disponibilitàe speravamo in un colpo d’ala verso il rafforzamento del concetto che la Sanitàè un’opportunità di sviluppo. Spendendo meglio le risorse giàdisponibili. Invece, nulla di nuovo. Comunque la nostra offerta di collaborazione resta valida.
Peraltro, il Ssn ha incassato oltre le più rosee speranze.
Certo, il ministro della Salute ha ottenuto un risultato insperabile per il Ssn. Apprezziamo la sua volontàdi guardare seriamente nel territorio oscuro degli sprechi. Vedremo. Ma non c’è molta innovazione nel «Patto» tra Stato e Regioni. Assomiglia troppo ai «Patti» degli anni passati, con monitoraggi della spesa di dubbia utilitàe senza cambiare modalitàe criteri per definire il fabbisogno. Ancora una volta si rincorre la dinamica della spesa storica. Nei fatti si permette ancora alle Regioni di spendere senza limiti. Solo che questa volta è chiaro che gli sforamenti delle Regioni li pagheranno le imprese, con pesanti inasprimenti fiscali a livello locale.
Cosa c’èche non va?
Mi vien da dire: tutto. Si trascura la possibilitàdi reperire nuovi capitali non pubblici per il Ssn, che potrebbero affluire da sperimentazioni gestionali in partnership pubblico-privato; o le risorse che potrebbero derivare dall’avvio dei Fondi sanitari integrativi. È un grave errore che pagheremo, tutti, a breve. Un errore che percepiamo come una proibizione che viene da forze estranee al Governo, arroccate su antichi e perdenti preconcetti.
Forse si teme la privatizzazione del diritto alla salute.
Sbarazziamo il campo da qualsiasi equivoc non pensiamo ad alcuna forma di privatizzazione. La governance del Ssn è pubblica e tale deve restare per il bene di tutti i cittadini. L’anno scorso abbiamo dimostrato con uno studio di Confindustria che nel suo complesso la Sanitàè tra le primissime attivitàeconomiche del Paese e che può crescere dando una grande opportunitàallo sviluppo nazionale. L’Unione ha ripreso il concetto nel suo programma. Tutto inutile, solo parole al vento.
E le industrie come ne escono dal testo della Finanziaria?
Si colpisce ancora l’industria farmaceutica con ulteriori tagli ai prezzi proprio mentre Farmindustria, con senso di responsabilità, ha proposto al Governo un importante programma di investimenti. Non meravigliamoci poi di un disimpegno dal nostro Paese. Ricordo solo che in Francia il Governo ha firmato un impegno simile, rispettandolo. Ma è chiaro che si intende colpire anche il settore dei dispositivi medici: tutti, senza distinzione, compresi i salvavita, con un farragginoso blocco dei prezzi su base storica. Una follia, perché questo settore, anche più del farmaco, sviluppa nuova tecnologia alla velocità della luce. La veritàè che si impongono gravissime difficoltà a settori dell’assistenza sanitaria privata sparando nel mucchio, senza pensare all’apporto che danno all’intero sistema e che, in certe aree del Paese, è indispensabile.
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