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Pensioni tagliate ai Medici. FNOMCeO: In assenza di risposte concrete, sciopero giusto e inevitabile.

I primi a sperimentare il nuovo taglio delle pensioni l’anno prossimo saranno 31.500 dipendenti pubblici: 27.100 lavoratori degli enti locali, camere di commercio, infermieri, poi 3.800 medici, 400 insegnanti delle scuole primarie e dell’infanzia, 200 ufficiali giudiziari. Perderanno quasi 18 milioni lordi, 562 euro in media a testa. Così dice la relazione tecnica alla seconda manovra del governo Meloni. (La Repubblica)

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, apre alla possibilità che il Governo corregga la manovra di bilancio sul capitolo pensioni e sulla modifica del rendimento della quota contributiva prevista anche per la Cassa pensione sanitari. “La norma inserita spinge i medici ad andare in pensione subito. C’è la possibilità di correggerla. Non ci saranno emendamenti, ma come Governo possiamo, in qualche modo e a saldi invariati, cercare di gestire questa situazione. Se c’è la necessità per correggere alcune cose faremo un maxi-emendamento, come sempre accade se c’è qualche cosa da cambiare. Limare, sistemare norme, abbiamo fatto tante Finanziarie e sappiamo che questo può avvenire” (Quotidianosanità)

In arrivo una nuova ‘emorragia’ di medici dal servizio pubblico per evitare il taglio delle pensioni, con 2mila camici bianchi che potrebbero lasciare il Servizio sanitario nazionale entro dicembre 2023. E altri 4mila si aggiungerebbero nel 2024: “Un colpo letale per il Servizio sanitario nazionale”, determinato dalla Manovra 2024 e dal taglio previsto sulle pensioni dei medici. “Chi può uscirà subito per evitare riduzioni”, dice all’Adnkronos Salute Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed

Nel 2024 il Ministero dell’economia prevede un risparmio di poco più di 10 milioni di euro, per circa 31mila pensioni tagliate. In venti anni le persone coinvolte raggiungerebbero quota 700mila, per un risparmio annuo di circa 2 miliardi di euro. Al mese l’anno prossimo i neo-pensionati perderanno circa 40 euro al mese, mentre tra dieci anni il taglio supererà i 200 euro mensili. (SKY TG24)

Ogni anno lavorato dai privati vale il 2% di retribuzione “pensionabile” entro un tetto di 40 anni di contributi. E quindi l’emolumento retributivo può arrivare al massimo all’80% dello stipendio. Trent’anni da retributivo significano andare in pensione con il 60% dello stipendio. Per gli statali la percentuale è al 2,5%. Ma per le quattro categorie aver lavorato un anno o anche pochi mesi tra 1981 e 1995 ha un rendimento del 24%. Mentre due anni pesano per il 12% ciascuno. Maggiore è l’anzianità, minore è l’aliquota. Fino a stabilizzarsi a 2,5% con 15 anni di anzianità. Per la Cgil la modifica ha dei profili di incostituzionalità.

Nota FNOMCeO

Pensioni medici, Anelli (Fnomceo): “Bene apertura Governo, ora fare passo in più investendo subito sui professionisti”. In assenza di risposte concrete, sciopero giusto e inevitabile.

“Apprezziamo l’apertura arrivata dal Governo, per voce del Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, sulle pensioni dei medici. Valutiamo positivamente l’impegno per trovare una soluzione concreta a una questione complessa, tramite un maxiemendamento che dia risposte reali ai professionisti in tema di diritti acquisiti. In assenza di queste risposte, lo sciopero è giusto e inevitabile”.

Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, sulle dichiarazioni rilasciate questa mattina a Radio24 da Durigon, che ha ventilato la possibilità di una correzione della norma, prevista dalla Manovra, che incide fortemente sul rendimento della quota retributiva della Cassa pensione sanitari.

“Se la norma non sarà modificata- aggiunge – la conseguenza sarà, come denunciato dai sindacati Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed, l’abbandono del Servizio sanitario nazionale da parte dei medici ospedalieri, che il sindacato Anaao-Assomed stima essere almeno 6000, che hanno maturato i requisiti per andare in pensione e che prevedevano invece di rimanere ancora per qualche anno. Questo, a sua volta avrà fortissime ricadute sulle liste d’attesa, che il Governo, al contrario, si propone di ridurre, proprio attraverso la Finanziaria. È necessario e urgente, quindi, un correttivo. Serve, anzi, un segnale in più, per proseguire in quel percorso virtuoso intrapreso dal Ministro della Salute Orazio Schillaci volto a valorizzare i professionisti e ad aumentare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale”.

“Proprio il maxiemendamento – aggiunge ancora – potrebbe essere finalmente l’occasione giusta per rilanciare il Servizio sanitario nazionale, così come richiesto, secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli e presentato pochi giorni fa, dal 90% dei cittadini. Del resto, come dimostrato dal Rapporto Censis-Fnomceo reso pubblico nella stessa occasione, investire in sanità conviene a livello economico, produce valore e occupazione. E lo stesso Governo, pur in una situazione finanziaria complessa, ha più volte dichiarato di voler investire nel Servizio sanitario nazionale e sui suoi professionisti. Questo è il momento giusto per concretizzare questa volontà”.

“Ci sono quindi tutti i presupposti – conclude Anelli – perché il Governo, già con questa Manovra, torni a puntare sul Servizio sanitario nazionale, sui suoi professionisti, per garantire ai cittadini il diritto alla tutela della salute. Al contrario, una crisi del comparto ospedaliero, quale potrebbe delinearsi con l’abbandono di tanti medici, si ripercuoterebbe anche sul territorio, con un collasso dell’intero sistema di assistenza. Già in Italia abbiamo un rapporto di 3,1 posti letto ogni mille abitanti, tra i più bassi d’Europa: se andiamo a incidere ulteriormente, in negativo, sul numero di medici, di operatori, gli effetti sarebbero deleteri. Ora occorrono, subito, le risorse e occorrono le idee su come investirle: Fnomceo è disponibile a dare il suo contributo”.

Ufficio Stampa Fnomceo
informazione@fnomceo.it
2 novembre 2023

Scotti (Fimmg) ricorda che i tagli alle pensioni calcolate con il metodo retributivo per gli anni ante-96 riguardano i contribuenti Inps, non quelli dell”Enpam, che riguarda le pensioni dei medici di famiglia e degli altri camici convenzionati e liberi professionisti, ma è ente con caratteristica privatistica. «Siamo comunque solidali con i colleghi che vedono alterato un diritto acquisito dato giustamente da loro per scontato e in base al quale avevano programmato il tenore di vita tenendo conto dell”età più fragile. Un paese che modifica diritti acquisiti non mi sembra un paese civile», ha detto Scotti.

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Redazione Fedaisf

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