La mattanza degli ISF continua. È notizia di queste ultime ore che Pfizer aprirà una procedura di mobilità che interesserà 192 lavoratori, di cui la maggior parte ISF (158) della linea Primary Care. Ancora ISF che perdono il proprio lavoro che si vanno ad aggiungere ai tanti che lo hanno già perso o lo stanno perdendo. Infatti recenti sono le mobilità che hanno riguardato altri gruppi importanti quali BMS, Sanofi, Sigma Tau, MSD, Rottapharma, Novartis e moltissime altre
La stima dei 7000 addetti, per la maggioranza ISF, che nel settore farmaceutico , negli ultimi cinque anni, hanno perso il proprio posto di lavoro purtroppo andrà rivista al rialzo.
Le ragioni di questo bagno di sangue consumato nel "più assordante dei silenzi" sono purtroppo ben note.Ci sono motivi di carattere oggettivo riferibili sia alle continue manovre governative volte al contenimento della spesa attraverso la riduzione del costo dei farmaci, e all’introduzione di tetti di spesa sempre più bassi, che alla concorrenza dei farmaci generici ed equivalenti ( anche se il mercato di questi in Italia non è ancora così sviluppato come in altri paesi europei). Ma la responsabilità maggiore va sicuramente addebitata alle stesse aziende che anziché puntare su ricerca e sviluppo hanno preferito giocarsi ampiamente la carta del marketing, gonfiando a dismisura le reti di Informazione scientifica per poter aumentare la pressione sui propri"clienti" ( definizione con la quale l’impresa farmaceutica descrive solitamente i medici). La crisi attuale è infatti quasi sempre una crisi strutturale, non economica. Crisi per lo più determinata dalla genericazione di prodotti (blockbuster) che sono stati per le aziende, e quindi per i soci azionisti, fonte di immenso guadagno. La genericazione di un prodotto non è però un evento inaspettato ed imprevedibile, le aziende conoscono perfettamente le date di scadenza dei brevetti e quindi avrebbero tutto il tempo, se solo lo volessero, di pianificare al meglio il proprio sviluppo industriale ed organizzativo, che coincide con il futuro lavorativo dei propri dipendenti .Così però non è in generale avvenuto, meglio è stato per le aziende creare reti sovradimensionate di ISF, sfruttati per raggiungere esclusivamente obiettivi commerciali di pronta cassa. Tanti ISF utilizzati come fazzolettini usa e getta, oggi mi servi domani non più. Per queste ragioni il sindacato avrebbe dovuto pretendere che le aziende , le maggiori artefici di questa situazione, ne venissero maggiormente colpevolizzate e responsabilizzate con un impegno più sostanziale, e non di circostanza, nei confronti dei lavoratori . Il sindacato, in sede di rinnovo del CCNL, avrebbe dovuto richiedere ufficialmente un impegno "vero" delle aziende per la salvaguardia dei posti di lavoro . Invece si è semplicemente barattato un cambiamento della figura professionale dell’ISF ,peraltro ignorando completamente il mandato diverso fornito dalle assemblee dei lavoratori, senza ricevere nulla di ufficiale come contropartita.Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti ,il CCNL è stato ratificato, la figura professionale dell’ISF ha subito delle modifiche in senso più commerciale in antitesi con la legge 219/06 che ne disciplina l’attività, e le aziende continuano a licenziare come prima e più di prima….Quindi dobbiamo veramente complimentarci con chi è riuscito in questa impresa che p
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