Il 21 novembre 2014 furono eseguiti diciotto arresti ai domiciliari – dodici pediatri, cinque informatori e un dirigente d’azienda – con l’accusa di corruzione e comparaggio. Inchiesta sui viaggi in cambio della prescrizione del latte artificiale Fissata l’udienza preliminare per valutare le richieste di processo
PISA. Fissata la data dell’udienza preliminare per valutare la richiesta di rinvio a giudizio di 23 tra pediatri, informatori scientifici e operatori turistici coinvolti nell’inchiesta “Medici low cost” condotta dai carabinieri del Nas di Livorno.
Gli arresti. L’inchiesta fece clamore con i suoi effetti, anche di rilievo mediatico, quando il 21 novembre 2014 furono eseguiti diciotto arresti ai domiciliari – dodici pediatri, cinque informatori e un dirigente d’azienda – con l’accusa di corruzione e comparaggio. Nel corso delle indagini successive a quelle dei carabinieri del Nas, il comparaggio (accettare denaro o altre utilità in cambio della prescrizione di farmaci) è caduto perché il latte artificiale non è una medicina.
Il cardine dell’inchiesta. Fulcro dell’inchiesta resta l’ipotesi corruttiva secondo la quale i pediatri convenzionati con l’Asl (incaricati di pubblico servizio) spingessero le neo mamme all’acquisto di certi prodotti di latte in polvere ottenendo benefici dalle aziende. Utilità dal valore direttamente proporzionale al volume d’affari generato grazie alle segnalazioni interessate. Per l’accusa non c’era un passaggio di denaro diretto. Niente bustarelle, insomma. Erano le vacanze pagate il mezzo cui facevano ricorso le aziende per accattivarsi la benevolenza dei medici. Secondo la Procura per anni alcune aziende produttrici di latte in polvere avrebbero pagato viaggi o spese per convegni ai pediatri che, per ricambiare i favori, si dimostravano più sensibili nell’indicare alle neo mamme i prodotti commercializzati da chi finanziava le loro vacanze o l’acquisto di tv e computer.
Nel sistema era centrale il ruolo di due agenzie di viaggi pisane che fatturavano, stando all’accusa, false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali. Per i carabinieri del Nas l’escamotage trovava la sua applicazione sotto forma di un “buono” riservato al singolo professionista che lo utilizzava per pagare viaggi di piacere per sé e i propri familiari o amici. Il contesto messo a fuoco dagli investigatori era il seguente: le aziende del latte in polvere si facevano fatturare dall’agenzia di viaggi i costi per la partecipazione dei medici a convegni veri, ma ai quali i pediatri non partecipavano. I soldi diventavano così un
La difesa. I difensori dei promotori sostengono che non va frainteso il marketing commerciale con la corruzione. E i legali dei medici ribattono che nessuna costrizione è stata provata nei confronti delle mamme – tante si sono costituite in comitati spontanei a sostegno dei loro pediatri – per la scelta del latte in polvere.
Il sistema. Le aziende – Mellin, Dmf e per un episodio Humana Italia – per la Procura avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli esborsi di denaro sostenuti per finanziare il sistema: gli informatori scientifici dei marchi prendevano contatti con i pediatri per “sollecitarli” a prescrivere latte artificiale ai neonati. E quei soldi per i convegni venivano pure detratti a livello fiscale.
I viaggi. Grazie, poi, alla compiacenza di due agenzie di viaggio (New Taurus Viaggi e Berlina) venivano fatturate false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali.
Pietro Barghigiani
N.d.R.: ripetiamo per l’ennesima volta che il latte artificiale per neonati non è un farmaco. Gli agenti di commercio che vendono il latte per neonati non sono informatori scientifici del farmaco.
Notizie correlate: Latte in polvere per neonati: cosa dice la legge