Pazienti poco tutelati secondo il 30% dei medici. E’ quanto emerge dai risultati dell’indagine Piepoli diffusi al I Congresso della Corte di Giustizia popolare per il diritto alla salute. All’incontro dell’organismo nazionale di FederAnziani preposto alla tutela del diritto alla salute dei cittadini, sono intervenuti circa 3.000 delegati per confrontarsi su criticità e soluzioni sul tema del diritto alla salute.
Dall’indagine commissionata da FederAnziani all’Istituto Piepoli – e realizzata su un campione di 1.028 pazienti e 1.024 medici ripartiti tra Nord, Centro e Sud – è emerso anche che solo il 37% dei pazienti ritiene molto o abbastanza tutelato il proprio diritto personale alla salute, mentre il 61% lo ritiene tutelato poco o per nulla.
Di parere opposto la maggioranza dei medici che, nel 66% dei casi, afferma che i pazienti sono molto o abbastanza tutelati. Un camice bianco su tre ritiene invece, come già anticipato, che i pazienti siano poco tutelati sul diritto alla salute. Ma se in questo medici e pazienti sono divisi, per altri aspetti sono d’accordo.
L’88% dei camici bianchi e il 78% dei cittadini chiamati a scegliere, di fronte all’ipotesi di dover consigliare o subire l’asportazione della colecisti, tra l’intervento chirurgico per via laparoscopica e quello a cielo aperto (sistema tradizionale), si sono espressi a favore del primo. Medici e cittadini, però, non fanno i conti con la realtà, dato che oggi in Italia "solo il 20% degli interventi per l’asportazione della colecisti è condotto per via laparoscopica, mentre il restante 80% viene fatto a cielo aperto, sistema assai più invasivo per il paziente, e soprattutto causa di degenze prolungate, inutili e costose", nota Federanziani.
In relazione ai farmaci e al decreto sulla spending review, che impone ai medici di prescrivere il principio attivo, due terzi dei camici bianchi e due terzi dei cittadini si sono espressi contro il lasciar decidere al farmacista la scelta del farmaco da far assumere al paziente. Infatti il 48% dei medici si dice per nulla d’accordo con la norma, il 16% poco d’accordo; tra i pazienti il 43% del campione si dice per nulla d’accordo e il 22% poco d’accordo.