News

Payback dispositivi. Protesta in piazza il 17 aprile

FIFO e PMI scendono in piazza contro il payback

Comunicato Stampa

FIFO Confcommercio e PMI Sanità sosterranno e parteciperanno insieme alla manifestazione contro il Payback del 17 aprile a Roma, in piazza Repubblica, dalle ore 10.00.

FIFO Sanità da mesi spinge per un dialogo con le forze politiche, allo scopo di risolvere una situazione ormai divenuta insostenibile per le aziende. L’attuale normativa sul Payback mette a rischio migliaia di micro, piccole e medie imprese del settore delle forniture ospedaliere.

La richiesta di confronto è stata spesso parzialmente inascoltata o disattesa dalle istituzioni che, con il “Dl Energia” hanno proposto uno sconto da 1 miliardo, condizionato alla rinuncia dei ricorsi al TAR per tutte le aziende. Questa soluzione, non solo non è frutto di un confronto tra tutte le parti interessate, ma anche una proposta che non eviterebbe il fallimento di gran parte delle PMI.

Per questi motivi FIFO Sanità Confcommercio e PMI scenderanno in piazza, insieme a tutte le aziende associate, a Roma il 17 aprile, per ribadire la necessità e l’urgenza di una soluzione che permetta alle aziende di continuare a rifornire gli ospedali italiani, evitando così una catastrofe per l’interno Sistema Sanitario Nazionale.

Per informazioni su come partecipare, CONTATTACI

__________________________

Una “norma ingiusta” e “inapplicabile” che provocherà la “chiusura delle piccole imprese” con migliaia di posti di lavoro persi e la fuga e il “disinvestimento delle grandi”. Questo il primo effetto del payback, secondo le imprese del biomedicale, ascoltate ieri in commissione Affari sociali della Camera, nonostante lo sconto di 41 miliardi previsto dal decreto bollette che costringerà comunque entro il 30 giugno le imprese a pagare ancora un miliardo frutto dello sfondamento del tetto di spesa per gli acquisti di dispositivi medici tra il 2015-2018. A rischio anche qualità dei dispositivi e salute dei pazienti. (Fonte Il Sole 24 Ore).

________________________

La situazione si è fatta incandescente dallo scorso settembre, quando il governo Draghi ha dato il via libera al decreto Aiuti bis. All’interno, c’era anche il decreto 17 del 2015, fino ad allora rimasto in stand-by. Prevedeva che, in caso di sforamento del tetto di spesa per la sanità da parte delle Regioni, una parte dell’ammanco sarebbe stato a carico delle aziende fornitrici.

Dal 2017, quella parte corrisponde al 50%, la metà, calcolata sul fatturato. A quel punto, le Regioni hanno fatto i conti. Gli anni calcolati vanno dal 2015 al 2018. Parecchie aziende hanno fatto ricorso. Per tutta risposta, la Regione si è opposta, chiedendone il rigetto.

«È una situazione in divenire che lascia le imprese in grande difficoltà. Non hanno accantonamenti e, in diversi casi, hanno fatto ricorso alle banche per proseguire l’attività. Temono un nuovo payback dal 2019 e non sanno se partecipare alle gare d’appalto perché hanno paura di creare ulteriori “debiti”», dice l’Avv. Natali, riferendosi alle imprese marchigiane. Che parla di «manovra pericolosa per il Sistema sanitario nazionale, che può portare un notevole abbassamento del livello di assistenza sanitaria, a discapito del cittadino».

Intanto, la petizione online “Aboliamo la legge sul payback che fara chiudere gli ospedali e fallire
chi li rifornisce”, lanciata dall’anconetano Daniele Ferretti, rivenditore di dispositivi medici, ha superato le 4.800 firme.

Il governo ha deciso di prorogare il termine per il pagamento al 30 giugno, a patto che si rinunci ai ricorsi.

Fonte cronacheancona

Notizie correlate: Il settore dispositivi medici in numeri

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco