Non ci sarà più lo studio del medico di famiglia ma studi associati denominati Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che faranno capo alle Unità complesse di cure primarie (Uccp) dove sarà possibile effettuare visite specialistiche ambulatoriali. Attivazione entro l’anno di due numeri telefonici: il 112, che è il numero comune in tutta Europa per le richieste sanitarie, e il numero 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti.
Il documento c’è e disegna la sanità per i prossimi tre anni. Ma prevede una serie di adempimenti sui quali si confronteranno forze e interessi che non sempre concordano
REDAZIONE⎪DOMENICA 13 LUGLIO 2014 – hd healthdesk
Umanizzazione delle cure non solo a livello strutturale e organizzativo ma anche e soprattutto nel rapporto malato–operatore sanitario. È questa la novità, la vera novità, per i cittadini contenuta nel Patto per la salute 2014-2016, sottoscritto dalle Regioni e dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nei giorni scorsi.
Un accordo che definisce la sanità per il prossimo triennio in trenta provvedimenti, molti dei quali stabiliti in leggi precedenti e ancora non attuati, come l’assetto delle nuove cure primarie nel territorio, decise dal ministro Balduzzi nel 2012. Altri un po’ ambiziosi che suscitano resistenze da chi non vuole il cambiamento, come per esempio un nuovo rapporto relazionale tra malato e sanitario.
Sarà quindi una vera e propria partita a scacchi in trenta mosse che deciderà la sanità dei prossimi anni. A giocarla saranno da una parte ministro della Salute e Regioni, dall’altra ministro dell’Economia (Mef) e chi non vuole il cambiamento, uniti solo per questa occasione.
E si dovrà giocare tutto, anche perché l’unica cosa certa contenuta nel Patto, al momento, è il finanziamento del Servizio sanitario nazionale per l’anno in corso, confermato in circa 110 miliardi. Mentre i 112,062 miliardi per il 2015 e i 115,444 per il 2016 sono «vincolati al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico». E questi vincoli, in periodi come quello che stiamo vivendo, sono una vera minaccia. Visti anche i tagli di cui è stato oggetto il Ssn nelle manovre passate di Tremonti e Monti di oltre 30 miliardi (9,5 solo per il 2014) proprio sulle risorse stabilite nel precedente Patto per la salute 2010-2012.
Trenta mosse quindi. Alcune da fare subito, altre nei mesi successivi, comunque entro il 31 dicembre prossimo.
Resta in forse, ancora, l’assetto delle nuove cure primarie nel territorio, stabilite nel 2012 dall’allora ministro della Salute, Renato Balduzzi, e che il Patto rinvia a sei mesi dopo la sottoscrizione delle convenzioni di medicina generale, specialistica ambulatoriale e pediatria di libera scelta.
Questa è una delle novità dell’accordo che dovrebbe cambiare il volto del rapporto tra i cittadini e il Ssn. Non ci sarà più lo studio del medico di famiglia, infatti, ma studi associati denominati Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che faranno capo alle Unità complesse di cure primarie (Uccp) dove sarà possibile effettuare visite specialistiche ambulatoriali.
In merito poi all’umanizzazione, si prevede un monitoraggio del grado di soddisfazione dei cittadini anche nell’ambito del rapporto e della comunicazione con i sanitari. Un aspetto, questo, molto importante, visto che ancora la comunicazione tra cittadini e sanitari rappresenta uno degli aspetti più critici dell’assistenza. Ma la cosa probabilmente più importante è la previsione di una specifica formazione del personale sanitario nella comunicazione con il paziente e la presa in carico. Un progetto molto ambizioso perché proprio in questo specifico aspetto, come ha rilevato una indagine dell’Agenas lo scorso anno, c’è una forte carenza formativa del personale sanitario.
Altra novità che arriva con questo Patto è l’attivazione entro l’anno, secondo quanto previsto da direttive dell’Unione europea, di due numeri telefonici: il 112, che è il numero comune in tutta Europa per le richieste sanitarie, e il numero 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti.
Ma vediamo nel dettaglio, secondo le date previste dal Patto, tutte le novità che saranno introdotte.
Le trenta mosse da giocare nella partita a scacchi. Dall’entrata in vigore del Patto
– Istituzione di contact-point regionali per l’assistenza sanitaria transfrontaliera.
– Adozione del regolamento di definizione degli standard dell’assistenza ospedaliera, in attuazione legge 135/2012. (articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135).
– Predisposizione di un programma annuale di umanizzazione delle cure.
– Atti di indirizzo da parte delle Regioni per la promozione della medicina di iniziativa e della farmacia dei servizi.
– Accordi Stato-Regioni per i nuovi standard organizzativi del Distretto.
– Attivazione del numero telefonico 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti.
– Il Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis) stabilirà tempi e modi per il monitoraggio delle prestazioni degli ospedali di comunità.
– Ministero della Salute, Mef e Regioni istituiscono un tavolo di lavoro per rendere omogenea la codifica delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.
– Attivazione su tutto il territorio nazionale del Numero unico europeo di emergenza (112) previsto dalla Direttiva 2002/22/CE.
– Istituzione di una commissione permanente costituita da rappresentanti di Regioni, ministro della Salute, Mef e Agenas per la la revisione e l’aggiornamento del sistema di remunerazione delle prestazioni sanitarie.
– Redazione del Testo unico di raccolta delle disposizioni vigenti in materia di piani di rientro dai disavanzi sanitari.
– Istituzione di un tavolo di monitoraggio permanente composto da Regioni, Mef, ministero della Salute, ministero dello Sviluppo economico, Aifa (l’Agenzia del farmaco) e Agenas per l’assistenza farmaceutica.
– Attivazione di una rete di comunicazione dedicata alla vigilanza dei dispositivi medici per lo scambio, attraverso il Nsis, delle informazioni riguardanti incidenti che coinvolgono i device.
– Sarà istituito presso l’Agenas un Tavolo tecnico interistituzionale permanente, a supporto del Tavolo politico, cui è affidato il compito di monitoraggio e vigilanza sull’attuazione di tutti i provvedimenti previsti dal Patto.
30 settembre 2014
– Linee Guida per l’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari.
1 ottobre 2014
– Saranno predisposte le Linee guida per il corretto utilizzo dei dati e della documentazione presente nel Repertorio dei dispositivi medici.
31 ottobre 2014
– Adozione delle linee guida dell’assistenza sanitaria transfrontaliera come previsto dall’articolo 19, comma 3 del decreto legislativo D.Lgs 4 marzo 2014 n.38.
– Intesa Stato-Regioni, per realizzare la continuità assistenziale dall’ospedale al domicilio del cittadino-paziente.
– Conclusione dei lavori del Tavolo, istituito con l’entrata in vigore del Patto, per la definizione di un disegno di legge delega sulla valorizzazione delle risorse umane del Ssn alla luce della riorganizzazio0ne dei servizi.
30 novembre 2014
– Revisione e definizione dei nuovi ticket da parte di un gruppo misto Regioni, ministero della Salute, Mef e Agenas.
30 dicembre 2014
– Definizione del Piano nazionale della cronicità.
31 dicembre 2014
– Sistema di valutazione della qualità delle cure e dell’uniformità dell’assistenza sul territorio nazionale.
– Istituzione gruppo di lavoro ministero della Salute, Agenas e Regioni per la revisione e/o modificazione e/o integrazione, delle norme dell’assistenza sanitaria all’estero.
– Accordo Stato-Regioni per istituzione dell’Osservatorio nazionale per la verifica dell’assistenza sanitaria erogata nelle isole minori.
– Aggiornamento Livelli essenziali di assistenza (Lea) con decreto ministero della Salute, Mef e d’intesa con le Regioni.
– Intesa Stato-Regioni su un Programma triennale per la revisione dell’attuale normativa tecnica sull’edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico.
Entro 30 giorni dalla stipula del Patto
– Governo e Regioni concordano un “Patto per la sanità digitale” per rimuovere gli ostacoli che ne rallentano la diffusione.
Entro 90 giorni dalla stipula del Patto
– Riadeguamento dei compiti, della composizione e delle modalità di funzionamento della Cabina di regia del Nsis.
Entro sei mesi dalla stipula del Patto
– Definizione dei criteri di appropriatezza di utilizzo dei vari setting riabilitativi.
Entro sei mesi stipula dei nuovi Acn
– Entro sei mesi dalla stipula dei nuovi Accordi collettivi nazionali di lavoro, e comunque non oltre la vigenza del presente Patto, le Regioni istituiscono le Unità complesse di cure primarie (Uccp) e le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) quali uniche forme di aggregazione delle cure p
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