Prestazioni sanitarie mai eseguite e falsi in cartella clinica per sviare le investigazioni e proseguire l’attività illecita
Da Cristina Sgobio – 1 aprile 2016 – Parma Report
Dalle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del N.A.S. di Parma, collaborati dai militari dell’Arma territoriale, stanno dando esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare emesse dall’ufficio GIP del Tribunale di Parma, a una misura di divieto temporaneo di esercizio della professione medica, sette decreti di perquisizione domiciliare e un decreto di sequestro penale preventivo, nell’ambito dell’attività investigativa denominata “Dialbolik”.
Nel dettaglio:
- 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del legale responsabile di un centro dialisi [privato, convenzionato] – ubicato in provincia di Parma [Fornovo] – e di una sua stretta collaboratrice, infermiera professionale dipendente del citato centro dialisi, entrambi residenti a Parma e provincia;
- 1 misura di divieto temporaneo di esercizio della professione medica per la durata di dodici mesi, nei confronti di un sanitario – residente a Reggio Emilia – che, in qualità di medico del citato centro dialisi, attestava l’avvenuta esecuzione di sedute di dialisi extra di fatto mai eseguite;
- 7 decreti di perquisizione domiciliare emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, di cui: tre riferiti alle abitazioni dei tre principali indagati, due riferiti a studi commercialisti – ubicati a Parma – detentori di documentazione utile alle indagini; uno riferito al centro dialisi in argomento, ubicato in provincia di Parma; uno riferito al centro dialisi dell’ospedale di Oglio PO (CR) il cui personale operava anche presso il centro dialisi della provincia di Parma;
- 1 decreto di sequestro penale preventivo finalizzato alla confisca, richiesto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma ed emesso dall’ufficio GIP del citato Tribunale, riferito al conto corrente del centro dialisi per la somma complessiva di poco meno di 60.000,00 euro. I tre soggetti destinatari delle misure cautelari sono ritenuti responsabili di aver perpetrato una truffa in danno del S.S.N. mediante redazione di falsa documentazione giustificativa e la costrizione di collaboratori ivi operanti alla creazione di fittizi dati in cartelle cliniche, al fine di ottenere indebiti rimborsi dalla Regione Emilia Romagna, indotta in errore a compensare i costi sostenuti dalla predetta struttura.
I provvedimenti sono il risultato dell’attività investigativa – coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma -, scaturita da accertamenti specifici condotti dai militari del NAS e dai conseguenti riscontri operati sul conto dei citati 3 responsabili, il cui ruolo era quello di dichiarare l’effettuazione di prestazioni sanitarie rivelatesi invece mai eseguite, per le quali veniva richiesto all’A.S.L. il relativo rimborso spese tramite l’indicazione – riportata nella scheda paziente – della dicitura “dialisi extra”; creare falsi in cartella clinica per sviare le investigazioni in corso e poter proseguire l’attività illecita, inserendo motivazioni che potessero giustificare l’effettuazione delle dialisi.
Nell’ambito della stessa indagine risultano indagate per gli stessi reati altre quattro persone tra personale infermieristico e personale medico. Nel periodo 2010-2014, sono risultate 413 prestazioni sanitarie fittizie, che hanno consentito di ottenere il rimborso della somma di poco meno di 60.000,00 € dal predetto Ente regionale.