Accordo di vendita, da parte di Gsk (GlaxoSmithKline), del portafoglio anestestici ad Aspen, con la delocalizzazione della produzione. Forte preoccupazione, soprattutto dal punto di vista occupazionale, visto che il sito di San Polo di Torrile ad oggi occupa più di 700 persone che verranno in parte coinvolte nel riassetto produttivo
13 settembre 2016 – rassegna.it
Accordo di vendita, da parte di Gsk (GlaxoSmithKline), del portafoglio anestestici ad Aspen, che si perfezionerà nei prossimi mesi con la delocalizzazione della produzione in territorio extra-europeo.
Lo scorso 12 settembre le rappresentanze sindacali della Filctem cgil sono state informate dell’accordo di vendita, da parte di Gsk (GlaxoSmithKline), del portafoglio anestestici ad Aspen, che si perfezionerà nei prossimi mesi con la delocalizzazione della produzione in territorio extra-europeo. “È naturale la forte preoccupazione suscitata da questa scelta, soprattutto dal punto di vista occupazionale, visto che il sito di San Polo di Torrile ad oggi occupa più di 700 persone che verranno in parte coinvolte (fino a diversa comunicazione) nel riassetto produttivo deciso dalla casa madre”, si legge in una nota del sindacato.
“Siamo quindi di fronte ad una forte contrazione dei farmaci prodotti a Parma (si parla di decine di milioni), un quantitativo difficilmente sostituibile con altri prodotti in crescita. Le Rsu hanno chiesto una quantificazione numerica dell’impatto occupazionale (i cui primi effetti si vedranno probabilmente tra due anni), e dettagli circa i farmaci che andranno a sostituire quelli venduti, ricevendo risposte poco impegnative e alquanto superficiali”, spiegano i sindacati.
La Filctem Cgil e le Rsu “sono fortemente preoccupate per la vendita, che ad oggi non è supportata da un piano industriale di medio periodo, ed attiveranno tutti i passaggi istituzionali e le iniziative di lotta affinché l’azienda dia risposte certe e concrete ai lavoratori sull’attività produttiva e sull’occupazione dei prossimi anni, denunciando di fatto l’ennesima e preoccupante delocalizzazione”.