Oggi la sanità italiana si ferma. Lo sciopero nazionale di 24 ore dei dirigenti medici, veterinari, sanitari e amministrativi del Ssn provocherà infatti la sospensione di 40 mila interventi chirurgici, di centinaia di migliaia di visite specialistiche e di prestazioni diagnostiche, e il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. A illustrare il quadro sono i sindacati dei dirigenti che lavorano all’interno del Servizio sanitario nazionale. «Siamo costretti – sottolineano le organizzazioni sindacali in una nota – a ricorrere allo sciopero di fronte a scelte di politica sanitaria che manifestano indifferenza rispetto al valore del lavoro che i professionisti della sanità sono chiamati a svolgere in condizioni sempre più difficili. La carenza di 30 mila medici nei prossimi 4 anni e il licenziamento della metà dei precari impegnati in attività fondamentali a partire dal pronto soccorso si rifletterà in una caduta qualitativa e quantitativa delle prestazioni erogate, con le liste di attesa destinate a misurarsi in semestri». La nota è firmata da Anaao Assomed; Cimo-Asmd; Aaroi-Emac; Fp Cgil medici; Fvm; Fassid; Fesmed; Anpo-Ascoti; Fials medici; Sds Snabi; Aupi; Sinafo; Fedir sanità; Sidirss.
Radiologi, senza modifiche a rischio prestazioni
«Se la manovra non verrà modificata, sarà davvero difficile, se non impossibile, garantire l’erogazione delle prestazioni ai livelli attuali». Parola di Francesco Lucà segretario del Sindacato nazionale radiologi e coordinatore Fassid, secondo il quale «tra il pensionamento di molti colleghi, la mancanza di ricambio dovuta al blocco del turn over e il taglio dei precari, reparti che già sopravvivono a stento, dovranno far fronte a un enorme carico di lavoro con poche unità». «Come Federazione dei servizi – sottolinea in una nota Lucà – ci sentiamo ancora più toccati dalla manovra economica proprio perché rappresentiamo reparti come la radiologia, i laboratori, i pronto soccorso, le farmacie ospedaliere e le unità di psicologia dove già adesso la situazione del personale è critica. Se poi si considera che, sempre grazie alla manovra, non sarà possibile incrementare le voci accessorie dello stipendio, come gli straordinari, si può capire che far funzionare i reparti sarà davvero impresa disperata». Per Lucà, si chiede ai medici di «lavorare ancora di più senza venire pagati per questo ulteriore sforzo. Ma una richiesta del genere – conclude – nella medicina dei servizi, dove siamo già ridotti all’osso e andiamo avanti col precariato, ci sembra davvero una mancanza di rispetto per la categoria».