L’industria farmaceutica è in difficoltà nello sviluppo di nuove molecole con il risultato che i nuovi farmaci in arrivo costano sempre di più, e sono sempre di meno. Il dato è stato certificato da un rapporto della compagnia Deloitte, basato sui dati delle 12 compagnie più grandi al mondo, secondo cui ormai serve più di un miliardo di dollari per portare una medicina dal laboratorio alle corsie degli ospedali. I numeri forniti dal rapporto dicono che, se nel 2010 il costo per lo sviluppo di un farmaco era 864 miliardi di dollari, ora ce ne vogliono 1,1 (817 milioni di euro), con una diminuzione dei profitti dal settore ricerca e sviluppo dall’1,8% all’8,4%. Questo dato va di pari passo con una diminuzione delle nuove molecole all’ultima fase di sviluppo o in fase di approvazione, che lo scorso anno erano 23 e ora sono 18. «Questa fotografia mostra le sfide che stanno affrontando le industrie farmaceutiche» spiega Julian Remnant, uno degli autori del rapporto, al settimanale Businessweek «noi continuiamo a vedere un livello troppo alto di fallimenti nelle sperimentazioni dei farmaci, che porterà in futuro a un’ulteriore diminuzione dei profitti». Tra le vie di uscita indicate dal rapporto c’è anche una minore segretezza nei laboratori delle grandi aziende: «Mettere in comune i dati sui fallimenti e sugli studi in corso» spiega l’esperto «potrebbe contribuire ad aumentare i successi e a diminuire i costi di sviluppo».
22 novembre 2011 – DoctorNews
Contano i costi di R&S di Big Pharma
Per Big Pharma peggiora il ritorno degli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D): il tasso medio di rendimento interno è sceso da 11,8% del 2010 a 8,4% del 2011, mentre il costo di sviluppo di un nuovo farmaco è passato da 830 a 1,1 mld di dollari. Questa la conclusione di uno studio basato su dati pubblici, non aziendali di 12 farmaceutiche e rielaborati dalla società di consulenza Deloitte, che sottolinea come questi dati si riferiscano al periodo che precede l’approvazione e quindi la messa in commercio dei nuovi farmaci. Gli analisti osservano però che per massimizzare il ritorno, sia strategico non solo la collaborazione tra imprese, ma anche l’efficienza della produzione.
(The Financial Times online – 21/11/2011, The Financial Times Pag.21 – 21/11/2011)