Piena condivisione riguardo alle opportunità di lavoro offerte dai nuovi canali distributivi, alternativi alla farmacia tradizionale, specie in quelle zone del Paese dove la disoccupazione è più alta e dove maggiore è la non applicazione del contratto di lavoro. È quanto è emerso da un incontro sul sistema distributivo del farmaco tra le organizzazioni rappresentative delle parafarmacie, la Fiafant e il Mnlf. «In questo quadro» si legge in una nota «piena sintonia è riscontrata sull’inscindibilità del binomio farmaco – farmacista, in qualsiasi luogo avvenga la dispensazione e qualunque sia la classificazione del farmaco». Secondo i parafarmacisti occorre un comune impegno affinché il processo di liberalizzazione rappresenti un’occasione per ulteriori benefici a favore dei cittadini, nel rispetto e nell’auspicabile miglioramento delle condizioni professionali ed economiche dei farmacisti. «Farmacie e parafarmacie» conclude l’Anpi «hanno ruoli distinti, complementari e concorrenziali, senza stravolgere il sistema "farmacia", tuttavia entrambi i canali distributivi hanno ampie opportunità di contribuire, attraverso la competenza del farmacista, al miglioramento della qualità della vita dei cittadini in un quadro sanitario che ormai rappresenta l’avanguardia in Europa».
Omnisalus: concorsi a tre corsie per riassorbire le parafarmacie
Graduatorie a corsie separate per dividere equamente vecchie e nuove sedi tra titolari di farmacia rurale, farmacisti collaboratori e titolari di parafarmacia. E’ la proposta che arriva da Omnisalus dopo il nulla di fatto del Milleproroghe, approvato da Palazzo Madama senza i due emendamenti pro e contro le parafarmacie (il primo, per la trasformazione in farmacie degli esercizi di vicinato, era stato bocciato dalle commissioni; il secondo, che vietava l’apertura di nuove parafarmacie, è stato ritirato). Per Omnisalus, contraria a ogni ipotesi di sanatoria indiscriminata, questa può essere l’occasione per cercare in altre direzioni una via d’uscita al problema parafarmacie: «Pensiamo che una situazione straordinaria come la nostra» scrive il presidente della sezione parafarmacie dell’associazione, Giancarlo Stival, in una lettera inviata a Farmacista33 «non possa che essere gestita da norme transitorie e non ordinarie». Ed ecco dunque la proposta: concorsi e graduatorie separate per rurali, collaboratori e titolari di parafarmacia. «Ogni catagoria» prosegue Stival «accederà alla graduatoria per le nuove sedi con criteri differenti e bilanciati in base alle effettive realtà. In particolare, per i titolari di parafarmacia conteranno l’anzianità di lavoro come e l’ordine di assegnazione di codice univoco per la tracciabilità del farmaco assegnato dal ministero della Salute. Inoltre potranno accedere alla graduatoria esclusivamente i farmacisti che sono abilitati alla professione e risultano titolari di parafarmacia come ditta individuale o in società con soli farmacisti abilitati». Quindi le sedi in via di assegnazione verranno ripartite equamente sulle tre graduatorie. «Le parafarmacie private» è la conclusione di Stival «sono sorte per una legge dello Stato e da questo sono state subito abbandonate a vessazioni di ogni tipo: magazzini che impongono ancora oggi condizioni più svantaggiose rispetto alle farmacie, quota Enpaf intera e ora anche i corsi obbligatori