di Marisa La Penna
NAPOLI – Il bilancio dopo i primi tre giorni dall’entrata in vigore della norma che stabilisce l’indicazione del principio attivo sulle ricette dei medicinali è discordante.
Da un lato il presidente di Federfarma, Michele Di Iorio ammette l’assenza di particolari inconvenienti segnalati dalle farmacie, pur sostenendo che sarebbe stato opportuno evitare questa rivoluzione nella formulazione delle ricette proprio nei giorni di Ferragosto. Dall’altro i medici di famiglia del Sumai Medicina generale che, a Napoli, dichiarano lo stato di agitazione per le difficoltà che stanno incontrando i camici bianchi nel redigere le nuove prescrizioni. Dall’altro ancora gli informatori scientifici che si vedono a un passo dal baratro.
Come è noto, da ferragosto, è in vigore la norma sulla nuova ricetta del Servizio sanitario nazionale che impone al medico di prescrivere l’indicazione del principio attivo al posto del nome commerciale del farmaco. Sulla ricetta rossa, in altre parole, deve ora comparire il nome della sostanza, contenuta nel farmaco, che possiede proprietà terapeutiche. Questo, lo ricordiamo, è già sufficiente perché la ricetta sia valida e possa essere presentata dall’assistito in farmacia per acquistare il medicinale dal prezzo più basso contenente quel principio attivo.
Commenta Saverio Annunziata, dirigente nazionale del Sumai Medicina generale: «Questa norma irrompe all’improvviso negli studi dei medici di famiglia, quando l’ottanta per cento dei colleghi è ancora in vacanza e ad esercitare sono i sostituti che, peraltro, non hanno particolare esperienza normativa. E così l’interpretazione della legge si sta rivelando un pasticcio sia per il medico prescrittore che per il farmacista il quale deve spedire la ricetta nel timore che un qualunque errore possa impedire la liquidazione dell’impegnativa da parte della Regione».
Riprende Annunziata: «Siamo nettamente contrari a questa novità che appesantisce inutilmente l’esercizio della indispensabile autonomia prescrittiva del medico e che comporta difficoltà interpretative che possono generare conflittualità e contenziosi fra i diversi soggetti del Servizio sanitario nazionale coinvolti nell’assistenza farmaceutica al cittadino, di fatto ostacolandola ed aumentando le probabilità di errore».
E replica Giuseppe Tortora, dirigente nazionale del medesimo sindacat