Pronti 600 milioni, trattative per un nuovo centro: in programma 700 assunzioni. <Siamo pronti a nuovi investimenti in Italia. Speriamo che vi siano davvero alcuni miglioramenti del quadro per l’industria farmaceutica, in modo da poter procedere nella prossima fase>. Daniel Vasella, 53 anni, presidente del colosso svizzero Novartis, è cauto ma esprime soddisfazione. Ha appena incontrato a Roma, a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Romano Prodi. Vasella e Prodi si erano già visti a Bruxelles, in sede di Commissione europea, ma questa volta il numero uno del gruppo di Basilea è volato a Roma per parlare specificamente del capitolo Italia.
Le imprese della farmaceutica si sono lamentate ripetutamente delle incertezze causate dai tagli ai prezzi e del quadro generale italiano, che hanno indicato più di una volta come poco favorevole all’innovazione. Recentemente le stesse imprese hanno però preso atto di alcuni spiragli aperti dal Governo, in direzione di un diverso sistema dei prezzi e di una maggiore attenzione all’innovazione. Il momento, dunque, era forse giusto per un faccia a faccia sui problemi e sulle opportunità dell’industria del farmaco nella Penisola.
«Abbiamo registrato un accordo di fondo – dice Vasella – sulla necessità di favorire l’innovazione nel nostro settore. Noi auspichiamo naturalmente che nei prossimi mesi le parole si traducano in fatti e che sia realmente possibile aprire una nuova fase. Per noi i punti fondamentali sono questi: un contesto stabile con un sistema di prezzi adeguato e un sostegno all’innovazione. Riteniamo che si debba valutare anche in Italia, come già è accaduto in altri Paesi, una deducibilità fiscale per gli investimenti legati appunto alla ricerca e all’innovazione».
Novartis è un gigante mondiale, con un fatturato complessivo che l’anno scorso è stato di 37 miliardi di dollari. In Italia nel 2006 il gruppo ha realizzato un fatturato di 1,3 miliardi di euro, con circa 3.700 dipendenti. Novartis ha la sua sede italiana ad Origgio (Varese) ed ha una presenza produttiva a Torre Annunziata (Napoli) e Rovereto (Trento). Il gruppo svizzero ha inoltre il sito produttivo e di ricerca di Siena, che ora è un polo internazionale di Novartis Vaccini. E proprio su Siena potrebbe concentrarsi buona parte dei nuovi investimenti. Le opzioni aperte sono due. La prima, vicina alla luce verde, è quella di investimenti sino a 100 milioni di euro per la Ricerca a Siena. La seconda, che si potrebbe aggiungere alla prima, è la creazione di una nuova unità produttiva di vaccini anti-meningite. Si tratterebbe in questo caso di un investimento di circa 500 milioni di euro, con 600-700 nuove assunzioni.
L’Italia non è peraltro l’unico Paese in corsa per questo secondo investimento. Il quartier generale di Novartis sta valutando la anche possibilità di realizzare il nuovo impianto in altri Paesi, in Europa o altrove. Da un certo punto di vista, sarebbe meglio poter rafforzare anche sotto l’aspetto produttivo il sito di Siena, ma il gruppo cerca di avere le condizioni migliori per l’investimento. Il Sole 24 Ore del 07/09/2007 ECONOMIA E IMPRESE p. 27 di Lino Terlizzi
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