Accordatagli dal cda per impedire che lavorasse per la concorrenza
Daniel Vasella, presidente uscente di Novartis, all’assemblea generale del gruppo ha ammesso di aver commesso errori in merito all’indennità di 72 milioni di franchi accordatagli dal cda per impedire che lavorasse per la concorrenza per un periodo di sei anni.
Numerose le critiche di piccoli azionisti, ma tutte con toni misurati. La maggior parte della ventina abbondante di oratori intervenuti ha deplorato l’indennità negoziata da Vasella e accordata all’unanimità dal consiglio di amministrazione. Il compenso è diventato di dominio pubblico una settimana fa, attraverso un’indiscrezione.
Martedì scorso poi il top manager, messo sotto pressione, vi ha rinunciato. Le aspre critiche suscitate dall’indennità non lo hanno lasciato indifferente, ha detto il friburghese ai 2688 azionisti rappresentati all’assemblea di Basilea, corrispondenti a 1.664.171.957 voti, pari al 61,49% dei titoli.
"Ho commesso due errori evitabili", ha detto all’inizio dell’assemblea. "Il primo è stato di aver negoziato l’accordo per l’indennità. Il secondo è stato di credere che rinunciarvi, versandola ad associazioni di pubblica utilità, avrebbe avuto una rilevanza socialmente positiva". Vasella aveva infatti affermato di voler devolvere la somma in beneficenza. Alcuni azionisti hanno manifestato comprensione per l’autocritica del presidente uscente.
La maggior parte degli oratori era di tutt’altro avviso. "Accetto la critica pubblica", ha detto, aggiungendo che quanto accaduto dimostra che la trasparenza conduce ad adottare correttivi.
Margherita Lopes – 26 febbraio 2013 – PharmaKronos