La seconda tranche da 28,4 miliardi di dollari è stata versata alla Nestlè. Così Novartis ha potuto annunciare di aver potuto completare l’acquisizione del 52% di Alcon, che sommato al 25% già rilevato per 10,4 miliardi, porta la sua quota nella società leader nei prodotti oftalmici al 77%. Il problema è il restante 23%: gli azionisti di minoranza continuano a mettere il “dito nell’occhio” dell’acquirente e lo stesso comitato dei membri indipendente del CDA di Alcon ha ribadito ieri che l’offerta di buyout da 2,8 azioni Novartis non è congrua. A sua volta Novartis ha ribadito che nel determinare la sua offerta opera «un aggiustamento relativo alla speculazione sulle intenzioni di Novartis». Naturale che gli azionisti di minoranza non accettino che l’acquirente quantifichi da solo le conseguenze delle proprie intenzioni. Altrettanto attendibile che il gruppo svizzero aspetti una ripresa delle borse (e del suo titolo) per colmare il gap e cercare di evitare lunghi contenziosi legali.
S.Car. – Il Sole24Ore – pag. 33 – 27 agosto 2010