A un Giacomo Milillo, segretario Fimmg, sulle barricate per difendere l’autonomia prescrittiva del medico contro le pressioni di industria farmaceutica – innovativa o di generici -, aziende sanitarie e Regioni, Giorgio Foresti (foto), presidente di Assogenerici, oppone la corretta informazione al cittadino e la possibilità di scegliere di non pagare la differenza di prezzo tra generico e brand. Continua così la querelle iniziata l’altro ieri, dopo che è circolata una nuova bozza del decreto sulle liberalizzazioni, secondo cui il medico sarebbe obbligato a riportare in ricetta le parole "o farmaco equivalente se di minore prezzo". «La Fimmg ha sempre sostenuto che i farmaci a brevetto scaduto sono una valida risorsa soprattutto per la cura delle patologie croniche» fa sapere Milillo, «ma difendiamo la nostra libertà prescrittiva». Per Foresti di contro si tratta di «aprire un confronto serio sulla responsabilizzazione della classe medica nella gestione dei costi dell’assistenza farmaceutica». Nella querelle, che intanto ha visto unirsi, al fianco della Fimmg, anche lo Snami – il presidente Angelo Testa ricorda che a scegliere è in realtà il cittadino e che il risparmio per il Ssn è comunque garantito dal reference price – si inserisce anche Farmindustria: «Siamo molto preoccupati perché il sistema farmaceutico italiano non ha possibilità di competere all’infinito con i costi e i prezzi dei prodotti che arrivano dai paesi emergenti. Già oggi il farmaco è rimborsato al prezzo più basso e i farmacisti devono dire se c’è un’alternativa meno cara». Da Foresti arriva intanto la preoccupazione per le indiscrezioni secondo le quali nell’ultima bozza del Dl Liberalizzazioni sarebbe sparita la norma che chiariva in maniera inequivocabile che l’ente regolatorio, nel concedere l’Aic (Autorizzazione all’Immissione in Commercio), il prezzo e la rimborsabilità, non deve tenere conto delle coperture brevettuali, bensì di qualità, sicurezza ed efficacia dei medicinali.
20 gennaio 2012 – DoctorNews
Snami, pronti a disobbedienza civile
"Specificare per iscritto nella ricetta rosa ‘o farmaco equivalente se di minor prezzo’ significa praticamente impedirci di prescrivere un farmaco di marca che poi il paziente avrebbe deciso liberamente di acquistare e aggiungere la differenza a suo carico rispetto al generico, secondo una logica di libero arbitrio e di libertà. Di fatto, per legge si tenta una costrizione a non prescrivere secondo scienza e coscienza ciò che si ritiene più utile ed opportuno per il proprio paziente. Che in alcuni casi potrebbe non essere il farmaco generico. Se una ‘stupidaggine’ del genere dovesse passare, siamo pronti alla disobbedienza civile". Ad annunciarlo è Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, che commenta la nuova bozza del decreto legislativo del Governo sulle liberalizzazioni.