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NOMOS. La giornata parlamentare del 25 Novembre 2020

La giornata parlamentare del 25 Novembre 2020

Veti incrociati nel Governo, sfuma nuovamente il commissario della Calabria

Nuova fumata nera: i veti incrociati nel Governo fanno sfumare la nomina del commissario alla Sanità in Calabria. Non basta una settimana di riflessione e scouting, dopo due dimissioni e il passo indietro di Eugenio Gaudio, servono altro tempo e un nuovo nome; non passano il vaglio dell’esecutivo né il profilo di Narciso Mostarda, medico che dirige la Asl Roma 6, né quello di Luigi Varratta, già prefetto a Reggio Calabria, il primo vicino al Pd, il secondo sostenuto dal M5S: saltano entrambi, dopo un confronto durato fino a tarda notte. Nelle prossime ore si cercherà la quadra, per chiudere una vicenda che agita da settimane il Governo. Nella ricerca del profilo più autorevole possibile e che metta d’accordo tutti, spunta l’ipotesi di chiedere ad Agostino Miozzo, attuale coordinatore del Cts, di ricoprire l’incarico. Il premier Giuseppe Conte, che lavora in stretto contatto con il ministro Roberto Speranza, sperava di chiudere la partita in serata, ma un confronto durato ore non riesce a sciogliere il nodo. Il Consiglio dei ministri inizia alle 21.00, con tre ore di ritardo rispetto alla convocazione, e viene dichiarato concluso all’una di notte, dopo due ore di sospensione. Il confronto, viene riferito, s’infiamma soprattutto nelle riunioni che si tengono a margine del Cdm.

Scontro nel governo sul Mes, Gualtieri andrà in Parlamento

Ancora il Mes. Basta toccare il tema e la temperatura nella maggioranza si surriscalda. Il 30 novembre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dovrebbe dare, a nome del Governo, il via libera alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Ma al premier Giuseppe Conte non basta una riunione di Ministri e capi delegazione per ottenere il via libera di tutto il Governo a questo passaggio: per convincere i Cinque stelle, Gualtieri dovrà prima riferire alle Commissioni parlamentari, perché, anche se si parla di riformare il trattato del Mes e non di chiedere i 37 miliardi di prestiti che l’Italia potrebbe ottenere per la sanità, il M5S teme che sia quello il prossimo passaggio. Il Pd, con Andrea Orlando, spinge in quella direzione; insiste Iv e anche, dall’opposizione, Forza Italia. Inaccettabile, per i pentastellati. Perciò lo scontro si accende non appena si pronuncia la parola Mes: sui fondi europei prosegue un muro contro muro che tiene in stallo la maggioranza. La riunione di Conte con i capi delegazione e i ministri Luigi Di Maio, Enzo Amendola e Roberto Gualtieri si svolge in due parti: la prima la mattina, la seconda nel primo pomeriggio. E serve una mediazione per uscire dall’impasse di una discussione che vede a più riprese alzarsi la tensione tra i Dem e i pentastellati. Il Pd ritiene inammissibile che il governo italiano tenga in stallo l’Ue “come Orban” e blocchi la firma di un trattato cui si lavora da anni; i Ministri M5S se ne mostrano consapevoli e spiegano di non voler bloccare l’Ue ma pretendono che ogni decisione passi dal Parlamento.

Di cosa si parla? Di un tema molto tecnico: la trattativa in corso per riformare il trattato Mes con il meccanismo del backstop, che è il paracadute finanziario al fondo salva-banche Srf. Il negoziato va avanti da tempo e, spiegano dal Governo, “ha visto risolversi diversi aspetti in maniera positiva per l’Italia”. Gualtieri lo spiega ai colleghi riuniti a Palazzo Chigi: sul meccanismo del backstop, il paracadute bancario che potrebbe essere introdotto in anticipo, tutte le banche italiane hanno superato lo stress test, ma su altri punti paralleli alla riforma del trattato si sta ancora trattando per l’opposizione dei Paesi frugali. L’obiettivo è comunque siglare l’accordo nell’Ecofin del 30, in vista della firma formale della riforma in programma il 27 gennaio. Ecco perché Conte riunisce i suoi ministri: bisogna prendere posizione, dare il via libera. Il M5S non chiude, ma chiede che si rispetti quanto scritto in una risoluzione di maggioranza un anno fa in cui s’impegnava il Governo a “garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato” europeo. In concreto, Gualtieri dovrebbe riferire giovedì alle Commissioni Finanze e Affari europei di Camera e Senato; l’idea è quella di una informativa, senza un voto finale, ma non è ancora detto. Tutto risolto? No, perché dai vertici M5s trapela irritazione: Pd e Iv stanno facendo asse. I pentastellati denunciano un gioco sporco: l’hanno detto più volte e lo ripetono, che il M5S è contrario e se Conte si presentasse in Parlamento per sposare la richiesta del Mes la maggioranza rischierebbe di spaccarsi. Dall’altro lato, però, Andrea Orlando a nome dei Dem dice chiaro e tondo che quei 37 miliardi vanno “assolutamente utilizzati”.

Anche sulla gestione del Recovery plan la maggioranza non ha trovato l’intesa

Non sono i tempi del Recovery plan che preoccupano la maggioranza ma come verrà gestita l’intera partita. Il dibattito nel Governo si trascina da mesi ma la struttura di controllo e di monitoraggio delle spese di cui ha parlato anche il premier Conte ancora non c’è, eppure è desiderata anche da Bruxelles, affinché ci sia un’interlocuzione mirata sui progetti che arriveranno sul tavolo Ue. Ma sul ruolo di coordinamento sotto traccia permane un clima di tensione. L’obiettivo del fronte giallorosso è che ci sia un percorso largamente condiviso: al di là della necessità di salvaguardare il ruolo centrale dei vari attori in campo, dal ministero degli Affari europei Vincenzo Amendola al Mef e alla Farnesina, il timore è che venga dato eccessivamente spazio ai tecnici. “C’è da creare una struttura operativa ad hoc con un profilo manageriale che – ha spiegato Giuseppe Conte dalla Gruber – garantisca il monitoraggio dei progetti e la verifica della loro attuazione. Sarà una struttura condivisa presso Palazzo Chigi ma con il coordinamento di altri ministeri”.

Le indiscrezioni sulla fibrillazione nel Governo sul capitolo Recovery fund ovviamente giungono fino al Quirinale come rumors. Ma il presidente ora è impegnato a monitorare la situazione del Paese, ancora colpito dal virus e dai suoi effetti sull’economia e sulla tenuta sociale. Grande attenzione quindi alle misure messe in campo dal governo, all’andamento della trattativa sul Recovery fund e al dialogo che si sta cercando di sviluppare in Parlamento sui provvedimenti per superare la crisi Covid. In questo momento, ha chiesto più volte il Capo dello Stato, tutti dovrebbero essere concentrati, con grande cooperazione, su questi obiettivi evitando, par di capire, di disperdere energie su altro. La maggioranza intanto punta ad avere voce in capitolo e spinge affinché sia il Parlamento a dettare le linee guida del piano di rilancio: non è quindi in discussione se l’illustrazione del piano, avverrà a fine gennaio o a febbraio ma le modalità con le quali si arriverà a stringere; da una parte, quindi, la necessità di respingere l’assalto alla diligenza, dall’altra la battaglia per definire il perimetro.

Il Centro destra è diviso sul scostamento e federazione

Divisi dalla proposta di Matteo Salvini di dar vita a una federazione del centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono in queste ore al lavoro per concordare una posizione comune da tenere in Parlamento in vista del voto, giovedì mattina, sulla richiesta di scostamento di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri. Oggi dovrebbe tenersi un vertice dei leader per arrivare a definire una linea unitaria. Al momento, la coalizione è divisa: Lega è per il voto contrario, o al massimo l’astensione, FdI ha già annunciato che si asterrà, mentre FI sarebbe pronta a votare a favore, come annunciato dallo stesso Silvio Berlusconi. Ieri in Commissione Bilancio alla Camera il centrodestra ha votato in ordine sparso: i leghisti si sono espressi contro, FdI si è astenuta, FI non ha partecipato al voto, in attesa che si arrivi a una posizione comune della coalizione. Perché passi la richiesta di scostamento di bilancio è necessario l’ok della maggioranza assoluta delle Camere e il tema sono i numeri risicati dei giallorossi a Palazzo Madama e il possibile soccorso azzurro o di singoli parlamentari forzisti. Ma la maggioranza potrebbe non avere bisogno dei voti dell’opposizione, pescando dal gruppo Misto, come già accaduto a luglio, e il centrodestra trovare il compromesso di decidere per l’astensione.

Tutti i partiti del centrodestra, per la verità, si sono detti non più disponibili a votare a favore dello scostamento a scatola chiusa e, da giorni, hanno posto le loro condizioni al Governo: chiedono sostanzialmente una riduzione delle tasse (Iva e Irap) e un sostegno mirato ai lavoratori autonomi. E, in attesa di possibili segnali di apertura del Governo, che al momento non sembrano arrivati, la leader di FdI ha annunciato che proporrà agli altri leader di redigere un documento scritto con le proposte del centrodestra da presentare all’esecutivo di Giuseppe Conte. Intanto, a dividere il centrodestra c’è anche la proposta di costituire una federazione, messa sul tavolo dal segretario leghista: “Avanti verso una grande federazione del centrodestra, uniti si vince e si aiuta l’Italia. Superiamo distanze e mettiamo insieme idee e valori, per fare tutti insieme il bene del Paese”, rilancia il segretario leghista, incontrando il gelo degli alleati. Meloni dice di non aver compreso bene il piano di Salvini, mentre Berlusconi lo ridimensiona.

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per le comunicazioni del Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio, in sede riunita con la Finanze, esaminerà il decreto per la tutela della salute e le misure di sostegno economico connesse all’emergenza COVID, il cosiddetto decreto ristoro. L’Istruzione proseguirà il ciclo di audizioni sulle misure di sostegno al settore dello spettacolo. La Agricoltura si confronterà sullo schema di decreto legislativo per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione e delle piante da frutto e delle ortive, sullo schema di decreto legislativo per la protezione delle piante dagli organismi nocivi e sulla proposta di nomina del professor Carlo Gaudio a presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). La Attività produttive esaminerà lo schema di decreto legislativo sulle misure per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas e lo schema di decreto legislativo che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell’Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali e di oro originari di zone di conflitto o ad alto rischio. La Sanità si confronterà sull’affare assegnato sulle iniziative per favorire il ritorno alla normalità delle cure e il riconoscimento dei diritti dei malati oncologici.

Alla Camera

L’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del decreto legge per la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. Esaminerà poi la richiesta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni e la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all’acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto relativo alle disposizioni urgenti in materia d’immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. La Commissione Bilancio si confronterà sulla legge di bilancio. La Trasporti audirà i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori (ANAV) e di ASSTRA Associazione Trasporti nell’ambito dell’esame, in sede consultiva, del disegno di legge di bilancio. Infine ascolterà l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) e la Direzione generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulla Legge quadro in materia di interporti. La Affari Sociali esaminerà il decreto-legge per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario. La Agricoltura svolgerà diverse audizioni sulla legge di bilancio.

Redazione Fedaisf

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