C’è anche una presenza italiana tra le 41 nuove approvazioni. Si tratta di Bracco che ha ottenuto l’ok dell’Fda per Lumason (sulfur hexafluoride lipid microsphere) un radiofarmaco. Non tutte le aziende hanno però festeggiato. Ad esempio, Pfizer, che negli ultimi anni ha fortemente ridimensionato il proprio budget destinato alla ricerca e anche GlaxoSmithKline non ha granchè da festeggiare
Lo scorso anno, l’Fda ha dato il via libera a 41 nuovi farmaci, il livello più alto per l’agenzia dal 1996, quando ne furono approvati ben 53. Il dato del 2014 è decisamente migliore rispetto al numero di farmaci approvato dall’agenzia nel 2013, solo 29.
Per rimanere sui numeri, il dato del 2014 è anche nettamente superiore alla media degli ultimi 10 anni (24) , e persino del decennio precedente, quello degli anni ‘90 (31). Insomma, un ottimo dato che speriamo sia di buon auspicio anche per gli anni a venire. Di patologie in attesa di una risposta efficace e sicura ce ne sono ancora tante.
Per l’Europa, l’Agenzia europea per i medicinali, che nella sua lista di nuove approvazioni comprende anche i farmaci generici, l’anno scorso ha approvato 82 nuovi farmaci, dal 79 nel 2013 e 57 nel 2012.
Dei nuovi farmaci approvati lo scorso anno dall’Fda, quasi il 40 per cento erano trattamenti per le malattie rare, il dato più alto mai registrato in Usa. Tra questi farmaci vi sono l’anticorpo anti-CD19 blinatumomab (Amgen), che ha ottenuto l’approvazione accelerata dalla FDA per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta cromosoma Philadelphia-negativa e la terapia della lipodistrofia (metreleptin di Aegerion Pharmaceuticals.
C’è anche una presenza italiana tra le 41 nuove approvazioni. Si tratta di Bracco che ha ottenuto l’ok dell’Fda per Lumason (sulfur hexafluoride lipid microsphere) un radiofarmaco indicato per pazienti per i quali sia difficile ottenere ecocardiogrammi leggibili con i soli ultrasuoni. Lumason è un mezzo di contrasto costituito da microsfere riempite di gas che riflettono le onde sonore al fine di migliorare l’immagine e consente al clinico di visualizzare più chiaramente il cuore del paziente. E’ possibile così un imaging più nitido del ventricolo sinistro e dell’endocardio
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