Bene in farmacia, in profondo rosso in ospedale. La spesa per i farmaci pagati dallo Stato archivia un 2009 double face . Sotto il tetto di spesa nei presidi farmaceutici con un potenziale risparmio di 428 milioni (al netto del pay back pagato dalle industrie) e in calo dell’1,7% sul 2008. Ma in disavanzo di 1,7 miliardi per la farmaceutica ospedaliera, tutta a carico delle regioni. Il cda dell’Aifa (Agenzia del farmaco) ha concluso ieri l’esame dei consumi farmaceutici 2009 confermando tutte le criticità del settore, che non a caso è al centro di un tavolo di riforme. Tra tutte, quella di matrice regionale che chiede di cambiare proprio quell’aspetto –i consumi ospeda-lieri, trainati dai farmaci innovativi – che ne condiziona la capacità di mettere le briglie a una parte della spesa sanitaria che spetta a loro ripianare.
Per l’Aifa il risultato 2009 è stato positivo, almeno per in consumi in farmacia su cui ha chance di intervento. Tanto più che il risultato è stato raggiunto dopo che solo a metà anno il tetto è stato ridotto dal 14 al 13,6 per cento dell’intera spesa sanitaria. «La nostra cabina di regia ha funzionato », commenta il presidente Aifa, il professor Sergio Pecorelli. Che tuttavia segnala tutte le difficoltà in ospedale dove c’è «la polpa dell’innovatività farmaceutica ». Ma, considera Pecorelli, «una volta che il farmaco diventa "maturo", l’innovazione potrebbe essere anche in parte trasferita al territorio con una valutazione a tutto campo e non più parcellare tra le parti». L’Aifa, tra l’altro, con l’Hta (health technology assessment) che sta sviluppando con più personale e competenze specifiche, potrebbe dare un aiuto fondamentale.
I consumi in farmacia sono stati altalenanti. Ma un dato di fondo: l’aumento del 3,5%delle ricette. Segno, ha rilevato anche Federfarma, che si prescrivono più farmaci ma di prezzo più basso sia per l’irrompere dei generici che per il taglio dei listini: il valore medio di una ricetta è sceso del 4,5 per cento. Altro dato rilevante l’incidenza dei ticket, soprattutto nelle regioni con piani di rientro dal deficit: gli italiani hanno pagato di tasca propria 862 milioni, il 32,5% in più (211 milioni) sul 2008. La spesa in farmacia ha registrato le diminuzioni più vistose in Calabria (-6,1%), Lazio (-5,7) e Sicilia (-4,5); in Puglia (+ 2,2%)invece l’aumento più significativo.
Eloquenti anche i dati sul rispetto del tetto di spesa (13,6%): la media è stata del 13,2% al netto del pay back.L’asticella è stata superata da tutte le regioni in deficit e nell’intero meridione, eccetto la Basilicata. Al top il Lazio (15,5%) con altre sette regioni sopra il tetto massimo di spesa, il valore più basso a Bolzano (9,8%).
Se in farmacia la spesa regge l’onda d’urto delle ricette, in ospedale le uscite per i farmaci (senza i vaccini) sono esplosi: con 4,189 miliardi (al netto del
pay back) di spesa totale, il rosso è stato di 1,725 miliardi. Il tetto s’è attestato a livello medio nazionale al 4,1% (contro la soglia del 2,4%). Tutte le regioni hanno superato il tetto in ospedale, dal massimo dell’Umbria (+6%) al minimo del Molise (+1,1). La categoria a maggior incidenza di spesa in ospedale è rappresentata dagli anticorpi monoclonali ( 513 milioni, l’8,2% del totale) e dagli inibitori del fattore alfa di necrosi tumorale (406 milioni, pari al 6,6%). Quindici categorie da sole valgono il 52% della spesa farmaceutica ospedaliera totale.
Le News del Sole 24Ore – 08/04/2010 08:15:18